L’Ucraina è al bivio ma aspetta che Yanukovych faccia una scelta

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L’Ucraina è al bivio ma aspetta che Yanukovych faccia una scelta

20 Maggio 2011

Per l’Ucraina questi sono gli anni decisivi per capire cosa vuole fare e dove vuole andare. Deve dire chiaramente se intende tornare nel passato buio ed autoritario, a braccetto con il Cremlino, o andare avanti guardando verso l’Ue.

Queste ultime elezioni presidenziali, in Ucraina, sono state le più democratiche di sempre nella storia di questo paese. Il risultato ha portato al potere Yanukovich e ha mandato a casa il presidente Yushenko, che “tradito” un po’ dalla Nato e un po’ dal Ue e dagli Usa non riuscì più a convincere il suo elettorato nell’avvenire Euro Atlantico. Il popolo Ucraino si è impegnato a voltare pagina ispiratosi esclusivamente dalla “Rivoluzione delle Rose” Georgiana del 2003, e riuscì a cacciare un vecchio dittatore (Leonid Kuchma) che, in combutta con i vecchi funzionari dell’URSS, bloccava sul nascere ogni ambizione popolare per il progresso e per il cambiamento democratico.

Dopo la “Rivoluzione Arancione” del 2004, l’Ucraina riuscì a trasformarsi in fretta riuscendo ad eguagliarsi agli altri paesi est europei nel campo del "instution building", modernizzando soprattutto il suo modo di pensare. Tale cambiamento fu molto più evidente nell’ovest che nell’est del paese proprio per la questione dell’ interferenza russa, che avendo una parentela etnica e linguistica nell’Ucraina orientale riuscì a seminare diffidenza verso tutto ciò di europeo ed occidentale. Questa strategia servì a bloccare la spinta popolare unanime che avrebbe dovuto portare il paese verso il progresso e la democratizzazione ed a rendere questo processo inarrestabile. Vista la situazione cosi complicata, noi occidentali abbiamo considerato in modo sbagliato la nostra politica ed abbiamo tenuto un atteggiamento estremamente defilato nei confronti dei  piani strategici di Kiev.

Tale approccio europeo, alla fine, scoraggiò anche la posizione dell’elettorato pro-occidentale che si senti ingannato ed umiliato. A ogni annuncio o dichiarazione di intenti da parte del governo ucraino, che chiedeva la possibilità concreta di integrarsi nella NATO e nell’Ue, l’Europa ha sempre risposto in modo sfuggente, considerando  tutto ciò solo un “ambizione di Kiev”.

E’ da ritenere che tale sbaglio commesso da parte di Bruxelles (ma anche dagli Usa) sia uno dei più grandi errori strategici fatti negli ultimi vent’anni di storia europea, insieme all’atteggiamento errato che adottato nei confronti della Russia dopo il crollo del CCCP, trattandola da perdente e spingendola di conseguenza a chiudersi di nuovo rifiutando la strada della trasformazione democratica. Sembra che la politica europea non voglia rendersi conto che bisogna correggere gli errori del passato ed evitate di commetterne dei nuovi.

Tornando sul tema trattato, i motivi per cui l’Ucraina ha rallentato di perseguire i propri progetti recenti,  trovano una giustificazione parziale nella sua incapacità di raggiungere tale scopo senza l’aiuto esterno. E qui l’Europa è obbligata a venirle incontro ed a mostrarle la strada giusta che risponda alle ambizioni della maggioranza della gente ucraina. Per adesso, il nuovo presidente non ha fatto capire dove vuole andare.

Tutti lo sanno (a parte gli ingenui idealisti) che non si può essere intenzionati ad andare verso le strutture Euro-Atlantiche ed a cercare nello stesso tempo di rimanere dei prediletti del Cremlino. Qui si tratta di scegliere lo stile di governance e nella situazione attuale l’opzione numero uno è contraria al opzione numero due. Yanukovich conosce bene la situazione, anche  se per  adesso si è dimostrato cauto ed indeciso e prima o poi dovrà fare tale scelta, sta per affrontare alcune questioni vitali che necessitano di chiarezza.