L’ultima truffa di Santoro? “Vendere” un Berlusconi ai limiti della pedofilia

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L’ultima truffa di Santoro? “Vendere” un Berlusconi ai limiti della pedofilia

08 Maggio 2009

Un Berlusconi laido e subdolo, ai limiti della pedofilia. È questo lo sconvolgente sospetto che la puntata di Annozero andata in onda ieri sera su Rai Due ha cercato di instillare ai (molti) telespettatori, ingolositi da una serata di puro gossip sulle tumultuose vicende matrimoniali del presidente del Consiglio.

E gossip è stato, e di quelli d’annata, con tanto di teleromanzo rosa (una Monica Guerritore shakespeariana che declamava dolente le dichiarazioni di Veronica Lario all’Ansa), allusioni pruriginose sulle presunte autentiche virtù della giovane Noemi Letizia e corredo di immagini dal book fotografico della ragazza.

L’impressione, però, è che il Cavaliere sia uscito meglio dalla serata santoriana che da quella che il ben più fidato Bruno Vespa gli aveva dedicato qualche giorno fa per dargli modo di spiegare agli italiani le ragioni del suo misunderstanding con la coniuge e di adombrare l’accusa di un complotto mediatico della sinistra ai suoi danni. E proprio per confutare questa fragile ipotesi ha preso le mosse Annozero, con il sermone di Marco Travaglio tutto teso a dimostrare come il progetto di candidare le veline nelle liste del Pdl fosse stato ampiamente annunciato dalla stampa amica, cioè Libero e Il giornale, più che dagli avversari politici. Un approccio interessante, volendo accettare che il servizio pubblico continui a proporre in prima serata quella sorta di giornalismo a tesi coerentemente antiberlusconiano che Santoro porta avanti da sempre.

E invece è stato più forte di lui: troppo potente la tentazione di cercare del marcio nelle attitudini sessuali del premier per perdersi nelle solite diatribe politiche. Il pretesto giornalistico è semplice: siccome è stata la first lady a usare per prima parole grosse e ad accostare questioni di stretta pertinenza privata ad altre di rilevanza pubblica e siccome è stato lo stesso Berlusconi a scegliere l’agorà televisiva per replicare, una seria trasmissione di approfondimento non avrebbe potuto esimersi dal cercare di dimostrare come l’amicizia tra un messo comunale di Casoria, con figliola al seguito, e l’imperatore di Arcore non potesse avere radici innocenti, ma dovesse necessariamente affondare nel torbido, legandosi indissolubilmente ai “problemi con le donne” e alle “ossessioni sessuali” che Emma Bonino, ospite in studio, ha più volte evocato.

Ma proprio l’irresistibile elenco di gaffe berlusconiane proposto e reinterpretato da una Bonino serissima, degna del miglior Buster Keaton, ha mostrato per l’ennesima volta il lato del premier che più piace alla gente: quello di un uomo che appare autorevole pur dicendo pane al pane e vino al vino, che dispensa sempre battute adatte a tutti i palati, che non si scandalizza di mescolarsi alla plebe ogni volta che può e che qualche volta, tra uomini della scorta e ministri al seguito, sorride ai fotografi anche in compagnia di una ragazza che festeggia il compleanno.

Un atteggiamento diametralmente opposto a quello snobistico di parte dell’opposizione, come ha tentato più volte di gridare in studio il povero Niccolò Ghedini, avvocato difensore a tutti gli effetti.

Un’opposizione che non sfugge alla discutibile abitudine di candidare volti noti pescati da contesti diversi da quelli dell’amministrazione pubblica, e ne sa qualcosa lo stesso Santoro, e che magari non schiera veline, ma punta con convinzione alle congiunte dei morti ammazzati per coinvolgere emotivamente l’elettorato, dalla vedova di Calipari alla sorella di Borsellino, alla madre di Carlo Giuliani. Tutte persone degnissime, che se avessero chiesto un posto nelle liste prima di essere colpite dal lutto sarebbero però state rapidamente accompagnate alla porta.