Ma è un #emmanuelseiunfigo o un #matteostaisereno?

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Ma è un #emmanuelseiunfigo o un #matteostaisereno?

28 Marzo 2017

Intercettatore a sua insaputa. “Con ogni probabilità delle intercettazioni vi furono ma non ordinate dal presidente” scrive Federico Rampini sulla Repubblica del 23 marzo e poi prosegue  spiegando di non comprendere perché Devin Nunes presidente dell’United States House Permanent Select Committee on Intelligence sia preoccupato di queste intercettazioni avvenute probabilmente per caso e comunque “legali”. Insomma il presidente “entrante” sarebbe stato intercettato grazie ad autorizzazioni perfettamente “legali” date dall’amministrazione se non direttamente dal presidente “uscente” durante la fase di transizione e tutto ciò non dovrebbe preoccupare. Siamo particolarmente ammirati dal senso dello Stato anzi del Deep State che hanno opinionisti come Rampini.

Etsi Mosca non daretur. “Secondo gli uomini al potere a Sofia e secondo ambienti militari e dell’intelligence occidentali, il Cremlino sarebbe impegnato a dirottare il piccolo Paese balcanico, trasformandolo in un cavallo di Troia all’interno delle istituzioni occidentali: Ue e Nato” così scrive Fabrizio Dragosei sul Corriere della Sera del 26 marzo. I protagonisti di questa terribile manovra di Mosca sarebbero questa volta non i soliti schifosi populisti ma i socialisti bulgari (che poi hanno perso le elezioni), proprio quelli che militano nello Pse dei Schulz, dei Moscovici, dei Dijsselbloem. Nei vari e diffusi deliri russofobici di tanti commentatori e analisti ci si scorda della storia, dell’alfabeto, della religione che contraddistinguono i vari popoli europei e che creano legami insuperabili anche con la terra del Volga e del Don. Per certe élite politiche, intellettuali e giornalistiche la storia non dovrebbe esistere più e così la stessa Russia. La politica interna ed estera non dovrebbero fare i conti con le radici profonde che caratterizzano il nostro continente ma dovrebbero essere completamente funzionalistiche affidate a personalità neutre come i vari Macron, Monti e tutti gli altri cocchi della tecnobottegaia egemonia tedesca sull’Unione.

Ma è un #emmanuelseiunfigo o un #matteostaisereno? “Un leader che non ha paura a parlare con la bandiera europea alle spalle”. Dice Enrico Letta alla Repubblica del 26 marzo. Ma è un elogio a Emmanuel Macron o un attacco a chi sappiamo bene noi?

Da Partito a Posse. “Il processo di Padoan davanti ai gruppi parlamentari del Pd, su cui si sono rincorse voci da giorni, ha meno urgenza e un clima diverso”, scrive Alessandro De Angelis su Huffington Post Italia del 28 marzo. Intanto Carmelo Lopapa sulla Repubblica sempre del 28 ci informa che “un giovane e appassionatissimo deputato pd con competenze economiche, Sergio Boccadutri, da qualche giorno ha il compito di marcare a uomo e rintuzzare colpo su colpo le iniziative del dicastero”. Su Padoan si fa incombere un processo mentre Carlo Calenda è marcato a uomo e rintuzzato colpo su colpo. Così a occhio quella “P” di Pd si sta trasformando da iniziale di Partito a quella di Posse, vendicatrice di Renzi.