Ma il Pd rimane l’avamposto politico delle posizioni anti-cattoliche

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Ma il Pd rimane l’avamposto politico delle posizioni anti-cattoliche

11 Giugno 2008

Dopo l’azzeccata definizione di qualche tempo fa di “pasticcio veltroniano in salsa pannelliana”, Famiglia Cristiana torna ad attaccare il Pd scatenando il dibattito sul ruolo dei cattolici nel partito. Un dibattito che a dire il vero ha sempre accompagnato, più o meno sotterraneo, il nuovo soggetto della sinistra italiana, ma che si ripropone questa volta in tutta la sua veemenza a causa della decisione relativamente imminente del suo posizionamento europeo. 

Poco importa se i rumours circa la scissione di Rutelli e fedelissimi verso la costituente di centro di Casini fossero infondati. La vera questione non è trovare all’interno il giusto posto dei cattolici, ma capire una volta per tutte se questi possono militare oppure no nelle fila veltroniane. È la risposta ci sembra essere decisamente negativa. 

Il Partito Democratico è l’immagine del fallimento non solo della sinistra italiana, ma di tutta la sinistra occidentale nella sua incarnazione storica che è il comunismo. Con la morte di questa ideologia il vecchio Pci entrò in una crisi irreversibile di perdita di valori, annaspando, attraverso tutte le sue fasi di trasformazione, nella ricerca di una nuova piattaforma programmatica e di un recupero di identità che risolvessero lo “smarrimento della fede”. E decidendo di fare propria la nuova ideologia laicista portata in Italia dai venti spagnoli e olandesi, l’ultima metamorfosi del vecchio Pci è diventata l’avamposto politico di tutte quelle proposte che vanno contro l’etica cattolica: dall’eutanasia ai matrimoni gay, sino agli assurdi veti sulla 194 provenienti anche da alcune voci cattoliche al suo interno. 

Non dimentichiamo infatti che gli azionisti di maggioranza del partito, gli ex-diessini, furono i primi a parlare di Pacs in Italia, salvo poi cercare soluzioni diplomatiche di fronte alla netta opposizione di quei cattolici non adulti che nelle piazze e in parlamento si sono battuti con successo contro i Dico/Cus. Stessa sorte è toccata al testamento biologico, che nella scorsa legislatura aveva il suo alfiere nel senatore del Pd Ignazio Marino, convocato apposta dagli Stati Uniti e prontamente candidato nel partito di Veltroni. 

A proposito di senato, pochi hanno notato che la Binetti alle ultime elezioni è stata spostata alla camera. Ciò rappresenta un fatto grave e mortificante perché indica una chiara volontà di diminuire ulteriormente il peso della componente cattolica. Si ricorderà infatti che la Binetti rifiutò di votare la fiducia al governo sulla norma anti-omofobia, facendo sfiorare una uscita di scena ancora più anticipata. I maggiorenti hanno perciò preferito spostarla dove il premio di maggioranza non dà incisività a prese di posizione simili e mette al riparo da altre eventuali fronde. 

Di certo i cattolici non possono convivere politicamente con tali ambiguità. Già la decisione di inserire i radicali nelle liste, ingiustificata da un punto di vista meramente elettorale e spiegabile solo dall’intenzione di ancorarsi ad una chiara connotazione laicista, avrebbe dovuto portare i teodem alla decisione di uscire dal partito. Ma senza cadere nella tentazione di costituenti al centro che da un lato bloccherebbero il bipolarismo (l’unico sistema in grado di far funzionare una democrazia) e dall’altro sortirebbero l’effetto di creare un inutile isolamento. 

Finita la stagione dei partiti identitari, occorre archiviare l’idea del partito cattolico e cercare invece il partito dei cattolici: Cioè un soggetto politico in grado di produrre un dialogo costruttivo tra cattolici e laici proprio in virtù di una previa deideologizzazione. In Italia questo partito è il Popolo della libertà, non a caso erede, per dirne solo una, di quel capolavoro di incontro tra laici e cattolici sancito dalla legge 40. Meditino dunque i cosiddetti teodem. E oltre al coraggio di alzare la voce, abbiano quello ben più importante di passare nel centrodestra, luogo decisamente più tranquillo per le loro coscienze.