Macerata, Saviano e quelli che risolvono tutto con i “mandanti morali”

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Macerata, Saviano e quelli che risolvono tutto con i “mandanti morali”

07 Febbraio 2018

Mandanti morali tra Macerata e Calais. Il mandante morale dei fatti di Macerata è Matteo Salvini. Lui e le sue parole sconsiderate sono oramai un pericolo mortale per la tenuta democratica. Chi oggi, soprattutto ai massimi livelli istituzionali, non se ne rende conto, sta ipotecando il nostro futuro” così Askanews registra il 3 febbraio le parole di Roberto Saviano. Poi leggiamo: “Deux jours après le plus violent affrontement entre migrants jamais survenu à Calais, quatre jeunes Erythréens blessés par balle étaient toujours entre la vie et la mort, samedi 3 février, selon la préfecture du Pas-de-Calais. Vingt-deux migrants ont été blessés, dont cinq par balle, dans ces rixes qui ont éclaté en trois endroits distincts entre l’après-midi et le début de soirée jeudi” una nota Afp su Le Monde del 3 febbraio  informa come a Calais quattro giovani eritrei feriti siano tra la via e la morte, mentre altri ventidue migranti siano ricoverati per colpi ricevuti in scontri tra profughi di etnie diverse. E’evidente per persone con un minimo di decenza morale che si debba resistere a qualsiasi pulsione razzista e a ogni tentazione di violenza. Però quelli che risolvono tutto con i mandanti senza essere capaci di intendere quello che sta avvenendo con migrazioni troppo spesso fuori contro controllo, come spiegano Calais? Chi è il mandante in questo caso? Macron? Ancora Salvini? O che altro? Macerata, prima del gesto criminale di un idiota razzista, è stata protagonista del feroce smembramento di una giovane donna da parte – citiamo dall’articolo di Rosalba Emiliozzi apparso sul Mattino dell’1 febbraio– di Innocent Oseghale “nigeriano, già noto alle forze dell’ordine per vicende di droga e senza permesso di soggiorno”. Che cosa dovremmo dire secondo lo stile degli esibizionisti demagoghi? Che il mandante era Marco Minniti? La realtà è che ci troviamo di fronte a drammatiche alternative: severità sull’immigrazione clandestina o integrazione? Politica di graduali accoglimenti o restringimento degli accessi? La lotta senza e se ma al razzismo e alla violenza (indispensabile), non risolve i problemi politici (dalla loro assai complicati qualunque strada si scelga) che come dimostrano anche gli episodi di Calais qui citati, derivano da un fenomeno epocale e implicano politiche sulle migrazioni che hanno bisogno anche di  scontro tra idee e soluzioni diverse. Ma deve trattarsi di idee non di rutti: i rutti non servono proprio, anche se fatti da scrittori à la page.

Pizze, reti ed ecovillaggi. Nel collegio di Rovereto il M5S schiera invece Cinzia Boniatti, sociologa e membro della Rete italiana Ecovillaggi” Huffpost Italia del 29 gennaio spiega come Luigi Di Maio abbia tirato fuori dal cilindro alcuni supercandidati. I colpi realizzati sono veramente impressionanti:  Emilio Carelli, Elio Lannuti e poi questa Cinzia Boniatti che è una sociologa e per di più membro della rete italiana Ecovillaggi. Ecovillaggi, avete letto bene. Mica pizza e fichi.

Spd, croce e delizia dell’Europa.’Individual collaborators’ in Nazi-occupied regions during World War II did not change the fact that Germany was responsible for the Holocaust, Foreign Minister Sigmar Gabriel said in a Foreign Office statement on Saturday. Poland could be assured that ‘every form of historical falsification such as the term ‘Polish concentration camps’ runs into clear rejection on our part and will be sharply condemned? Gabriel added. His statement follows Israeli and US protests to Warsaw that its proposed law would infringe on free speech about the Holocaust. ‘This organized mass murder was carried out by our country and no one else’ Gabriel said, referring to the murder of 6 million Jews across Europe by Nazi Germany — including more than 3 million in then-occupied Poland.‘There is not the slightest doubt as to who was responsible for the extermination camps, operated them and murdered millions of European Jews there: namely Germans’ he said. Foreign Minister Sigmar Gabriel”. Il sito di Deutsche Welle del 3 febbraio riporta questa splendida nota del ministro degli Esteri tedesco Sigmar Gabriel: ci furono singoli collaboratori dei nazisti anche di altre nazionalità ma la responsabilità dei campi di concentramento fu della Germania. La Polonia ci troverà al suo fianco contro chi falsifica questa verità storica. A Varsavia hanno approvato una legge pasticciata che pretende di imporre una verità di Stato sulla storia e che alla fine parzialmente trascura l’area antisemitica che si manifestò in una nazione pur martoriata dai nazisti. In parte come spiega lo stesso Gabriel però la reazione è provocata da coloro che, come per esempio Massimo Riva sulla Repubblica del 27 gennaio, parlano di campi di concentramento “polacchi”. No! I campi erano organizzati e gestiti dalla Berlino nazista. La Spd rappresenta una delle poche speranze di questo Vecchio continente, soprattutto per i suoi giovani che combattono l’idea di una democrazia consociata e quindi man mano svuotata. I socialdemocratici tedeschi già ebbero una grande responsabilità votando i crediti di guerra proposti dal Kaiser nel 1914, non solo perché avallarono una terribile guerra ma anche perché lasciarono la loro nazione senza un’alternativa credibile quando il macello finì. Chissà se oggi saranno all’altezza di posizioni nobili come quella assunta da Gabriel, e aiuteranno una libera dialettica democratica, e rimedieranno anche così al loro terribile errore di 104 anni fa.

Quelle fantatstiche, eroiche ragazze. Di Hollywood? No, di Teheran. “But these young women appear undeterred”  Nahid Siamdoust sul New York Times del 3 febbraio parla di giovani donne che rifiutano di farsi intimidire. No, non si tratta delle attrici che (finalmente) si ribellano ai produttori sporcaccioni, bensì delle splendide ragazze iraniane che man mano sfilano sempre più numerose togliendosi l’hijab, sfidando un regime oppressore ben più mostruoso di qualche mascalzone di Hollywood. Magari se quella sventata dell’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Unione, Federica Mogherini invece di passare il proprio tempo (al seguito del rag. Napoleone Emmanuel Macron) a vezzeggiare i biechi gestori del potere reale a Teheran, si accorgesse delle eroiche ragazze senza velo, mi sentirei un po’ più fiero di essere europeo.