Macron-Merkel, quel duo eurocentrico che piace poco agli europei

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Macron-Merkel, quel duo eurocentrico che piace poco agli europei

20 Febbraio 2018

Quelli che questa è la migliore dell’Unioni europee possibili. “The European Parliament has voted against a plan to create a batch of pan-European MEPs after Brexit, delivering a blow to Emmanuel Macron’s drive to transform EU democracy. EU parliamentarians rejected the idea of creating 27 seats elected from a “trans-national list” for the parliament’s 2019 elections. The proposal, which had been approved by the parliament’s constitutional affairs committee, was rejected in a 368-274 vote in Strasbourg on Wednesday. France has been the biggest backer of pan-European electoral lists that would allow a voter in, say, Finland or Spain to be represented by the same MEP. Creating this set of MEPs after Brexit, which leaves the parliament with 73 spare seats after 2019, has been at the cornerstone of the French president’s push to strengthen the democratic accountability of the EU”. Mehreen Khan e Ann-Sylvaine Chassany spiegano sul Financial Times dell’8 febbraio come la proposta di Macron di utilizzare i 73 seggi che resteranno dopo che si consumerà la Brexit, per eleggere eurodeputati transnazionali, dopo esser stata approvata dalla commissione per gli affari costituzionali del Parlamento di Strasburgo, è stata bocciata dall’assemblea. Credo che sia solo un anticipo di quale sarà l’accoglienza che riceverà l’attitudine comandina del duo Macron-Merkel. Vedrete che cosa succederà con l’Olanda se le proposte del “duo” non nasceranno da adeguate consultazioni. Più in generale, poi, le mediazioni in un’Unione con 27 membri saranno un inferno. E ora si parla di aggiungerne altri 6 balcanici per il 2025. Quello di Romano Prodi di allargare l’Unione senza uno straccio di progetto è stato un errore, folle, ma un errore. Perseverare, invece, è proprio diabolico. Solo se si troverà una reale base democratica (astrattamente potrebbe essere anche dittatoriale: e chissà se gli amori cinesi della leadership dell’Unione non facciano venire qualche pensierino in questo senso) che legittimi seriamente le istituzioni, si potrà pensare a un allargamento. Altrimenti tutto finirà come sono finiti i seggi transazionali: le commissioni ristrette approvano, le assemblee più ampie (e i popoli con i referendum) bocciano.

Ragionando su Emma: +Germania o +Italia? That is the question. “Il tema non sono i migranti in Italia”. Emma Bonino risponde a Francesco Cancellato su Linkiesta  del 16 febbraio con il suo solito stile preparato, di persona maturata politicamente negli anni ma anche con un programma perfettamente merkelliano, centrato su austerità, apertura all’immigrazione e subalternità alla burocratica Unione europea che si è venuta definendo di questi tempi. Alla fine il dilemma che la sua proposta politica propone, è o + Germania con lei o + Italia con chi ha un programma assai difforme dal suo.

Se l’Iran attacca Gerusalemme, Mosca sarà al fianco di Israele. “In the case of aggression against Israel, not only will the United States stand by Israel’s side — Russia, too, will be on Israel’s side,” Russian Deputy Ambassador to Israel Leonid Frolov said. “Many of our countrymen live here in Israel, and Israel in general is a friendly nation, and therefore we won’t allow any aggression against Israel”. Raphael Ahren riporta su Times of Israel del 15 febbraio le parole dell’ambasciatore russo: “Se l’Iran attacca Israele, a fianco di Gerusalemme non ci saranno solo gli Stati Uniti ma anche la Russia”. Consigliamo a chi è un po’ ubriacato da certa stampa che parla di legami sempre più stretti tra Teheran e Mosca, che s’inventa un antisemitismo putiniano, che non pensa altro che alle fake news prodotte nelle fabbriche di troll, di meditare su queste parole, che non paiono proprio in sintonia con quel mogherinismo che la grande stampa nazionale cerca ogni giorno di rifilarci.

Veltroni tornerà in politica? Mah, non sarebbe male invece che se pur tardivamente ci entrasse. “Ogni volta che parlo qualcuno mi chiede se questo significa un mio ritorno in politica”. Così Brunella Giovara sul Corriere della Sera del 15 febbraio riporta una frase di Walter Veltroni. Altri invece si chiedono: ma entrerà mai in politica, il Walter? O continuerà fino alla fine ad ammannirci quell’impasto di melensaggine, banalità, retorica bolsa di cui è così prodigiosamente capace?