Mancino ha una strana concezione della magistratura

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Mancino ha una strana concezione della magistratura

02 Luglio 2008

“Non tutti i magistrati sono di sinistra e non tutti sono attentatori delle maggioranze politiche al governo” Dice Nicola Mancino alla Stampa (2 luglio) Da queste parole si comprende quanto lavoro ha ancora da fare il Csm 

“La lettera della Costituzione sembrerebbe orientare nella prima direzione. La ragione d’essere del Csm come espressione non solo simbolica dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura ha portato invece a riconoscere progressivamente all’organo di autogoverno dei magistrati poteri più ampi di quelli amministrativi e disciplinari. Una prassi pluriennale di azioni e comportamenti ha ratificato nei fatti, questa interpretazione estensiva. Oggi, si può dire, essa costituisce espressione di diritto vivente difficilmente contestabile” Dice Carlo Federico Grosso alla Stampa (2 luglio) Contrordine compagni: lo slogan non è più “W la Costituzione come sembrerebbe!” bensì “W l’espressione non solo simbolica dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura!” “W il riconoscimento progressivo di poteri più ampi di quelli amministrativi e disciplinari!” “W la ratifica dei fatti!” “W una prassi pluriennale di azioni e comportamenti!” “W l’interpretazione estensiva!” “W l’espressione di diritto vivente difficilmente contestabile!” 

“Classico dei regimi autoritari è il proclamare una situazione di emergenza per meglio procedere a misure restrittive della libertà dei cittadini” Dice Antonio Padellaro sull’Unità (2 luglio) Sono già alle viste le misure autoritarie del governo in carica: presto metterà sotto ascolto centinaia di migliaia di cittadini, poi utilizzerà conversazioni prive di rilievo penale per sputtanarli, infine li perseguiterà con decine e decine di processi. Ah! Dove porta la logica dell’emergenza

“Si può discutere dell’obbligatorietà dell’azione penale. Ma non con un Berlusconi in pieno conflitto d’interesse giudiziario” Dice Lanfranco Tenaglia alla Repubblica  (2 luglio) E’ la famosa tattica “Bertoldo e l’albero sul quale farsi impiccare”: discuteranno dell’obbligatorietà dell’azione penale solo quando Berlusconi non sarò più sotto processo. Così a occhio tra il 2040 e il 2050