Manovra al varo già martedì. Ma potrebbe crescere fino a 28 miliardi

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Manovra al varo già martedì. Ma potrebbe crescere fino a 28 miliardi

21 Maggio 2010

Colpo di acceleratore sulla manovra economica: il varo dovrebbe esserci già la prossima settimana. Il governo potrebbe infatti vedere le parti sociali lunedì e varare il pacchetto martedì nel Consiglio dei Ministri. Un’accelerazione dettata soprattutto  dall’esigenza di dare un segnale forte ai mercati, un’indicazione sulla strategia che suona più o meno così "la fiducia non deve venir meno perché l’Italia continua a lavorare sulla linea del rigore per tenere dei conti pubblici sotto controllo". I tempi stringono anche in vista delle "scadenze" europee. Quella alla quale si guarda, anche se non è ufficiale, è l’Eurogruppo del 7 giugno, nel quale i ministri delle Finanze dovrebbero avere un confronto sulle misure da mettere in campo in ciascuno dei Paesi. "È una manovra assolutamente prevista e legata al calendario europeo, e sarà una manovra europea", ha confermato ieri il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta.

La manovra, che da 25 potrebbe crescere fino a 28 miliardi (impatto per 12,8 miliardi nel 2011), sarà composta da un decreto legge da approvare contestualmente e da un disegno di legge in cui inserire tutte le misure con carattere "ordinamentale". Obiettivo: ridurre il deficit dal 5% del 2010 al 3,9 nel 2011 e al 2,7 nel 2012.

Quella di ieri è stata una giornata fitta di incontri: al centro il Consiglio dei Ministri, tutto incentrato sul federalismo demaniale, poi l’incontro tra Berlusconi, Tremonti, Bossi e Calderoli, a cui ha fatto seguito la "salita" dello stesso Tremonti al Quirinale (le misure sulle quali il Tesoro sta ancora lavorando sono state illustrare infatti al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano).  Infine, nuovo vertice serale a palazzo Chigi.

Tra gli interventi in programma il rafforzamento degli incentivi alla produttività del lavoro, proroga della sospensione delle tasse per i terremotati dell’Abruzzo, probabile conferma del blocco del turn-over nella pubblica amministrazione. Restano in campo poi i risparmi sulle spese dei Comuni, sui tagli degli stipendi di politici e manager della pubblica amministrazione, la stretta sulle pensioni di invalidità. Sul fronte fiscale si lavora in particolarte alla lotta all’evasione mentre il comparto sanità  sarà oggetto di tagli per 2,5 miliardi e un possibile ticket  da 7,5 euro sulle visite specialistiche.

Arriva una conferma sulle finestre delle pensioni. "Si sta discutendo del blocco delle finestre", che di fatto porterebbe a un aumento temporaneo dell’età pensionabile "di 2 o 3 mesi", ha detto il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, riferendo dell’incontro informale avuto mercoledì sera con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e altri ministri (dal giro di "consultazioni" è rimasta fuori la Cgil). Sulle pensioni, è interventuo oggi anche il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che ha precisato: "La manovra economica in corso di elaborazione non vedrà l’introduzione di nuove tassè, nè interventi strutturali, cioé le pensioni. Abbiamo spiegato più volte – chiarisce Sacconi – che il nostro sistema previdenziale è sostanzialmente in equilibrio grazie alle riforme che abbiamo avviato e che si tratta ora di realizzare. Siamo entrati nel meccanismo che dal 2010 fa calcolare l’aumento dell’aspettativa di vità perchè nel 2015 l’età di di pensione si alzi in base all’aspettativa di vita. Insomma, non abbiamo bisogno di interventi di carattere strutturale".

Sacconi ieri ha annunciato che la manovra allo studio del governo conterrà anche un rafforzamento delle misure di incentivazione dei salari di produttività. Il ministro non ha però chiarito se lo strumento che seguirà il governo sarà quello di ampliare la misura attuale della detassazione, che è al 10%: si è limitato a dire che "la prossima manovra chiarirà ancora di più come la contrattazione decentrata potrà legare sempre di più il salario alla produttività delle imprese". Il concetto è stato rafforzato anche oggi:  Quello che dobbiamo fare – ha ribadito Sacconi ai microfoni di ‘ Mattino 5’ – è puntare sulla crescita accompagnata dall’occupazione, legando di più i salari alla produttività, favorendo l’innovazione e la ricerca".

Per quanto riguarda il blocco del turn-over per la pubblica amministrazione, il ministro Renato Brunetta ieri ha ricordato che "c’è già. Si tratta di vedere se sarà confermato o meno". Brunetta conferma invece l’ipotesi di tagli agli stipendi di parlamentari e ministri: "La politica deve dare un esempio, ancorchè non risolutivo dal punto di vista del gettito", ha sottolineato. Infine il governo potrebbe inserire in manovra una proroga della sospensione del pagamento delle tasse per i terremotati dell’Abruzzo. "Ci stanno lavorando", ha riferito il governatore della Regione Gianni Chiodi, ieri a Palazzo Chigi proprio per sottolineare questa richiesta.

Intanto, ieri il Consiglio dei ministri ha dato il via libera definitivo al primo dei decreti attuativi del federalismo fiscale, quello sul demanio. Il provvedimento entrerà in vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale che dovrebbe avvenire già oggi. Il federalismo demaniale porta in dote alle regioni e agli altri enti locali spiagge, laghi, fiumi e caserme.

Entro 6 mesi dall’entrata in vigore il governo presenterà la lista dei beni di cui lo Stato intende disfarsi (da aggiornare ogni due anni). I Comuni hanno un mese di tempo per richiedere i beni ai quali sono interessati,indicando anche un piano per la loro valorizzazione. Tra i beni trasferibili ci sono caserme, edifici pubblici, porti in disuso e aeroporti di interesse locale o regionale. A patto che valorizzino il bene, in caso contrario saranno passibili di commissariamento. Nessun bene verrà invece trasferito alle autonomie con i conti in rosso.