Mastella spara a zero contro la maggioranza e attacca il Cda Rai

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Mastella spara a zero contro la maggioranza e attacca il Cda Rai

05 Ottobre 2007

La trasmissione tivvù Annozero lo tira in ballo in una puntata tutta centrata sul pm di Catanzaro De Magistris e lui, Clemente Mastella, spara a zero contro il Cda Rai (annunciando una mozione di sfiducia) e contro i vari Floris, Santoro, Travaglio e quella “sinistra gaudiente” che “volendo far fuori Prodi attaccano chi lo appoggia. Quello di ieri è stato un processo stalinista, un linciaggio. Ho ricevuto minacce molto serie alla mia persona. Chiederò al ministro degli Interni di vedere la tutela più adatta a me”.

Il ministro della Giustizia arriva alla conferenza stampa indetta per rispondere alle accuse di Santoro sul caso de Magistris (titolare di numerose inchieste su massoneria, politica e criminalità) in ritardo di pochi minuti. Nel calderone delle accuse ci finiscono un po’ tutti, ma prima di picchiare duro Mastella si commuove, ringrazia la famiglia di essergli vicino e tira fuori dalla tasca un fazzoletto di carta. Poi giù con il primo avvertimento, diretto alla sua maggioranza: “Se saltiamo noi, salta tutto il governo”. E la promessa di fedeltà al Presidente del Consiglio: “Noi saremo leali a Prodi fino alla fine. Poi decideremo democraticamente che fare. E’ questo che a una certa parte della sinistra non piace, mentre a noi non piacciono certi silenzi. Floris e gli altri  stanno lavorando per il ritorno di Berlusconi”. Proprio a Floris, consiglia di fare luce sul collega Antonio Di Pietro, che a quanto pare, pure se la conferenza doveva parlare di magistratura e politica, “c’azzecca” sempre (come direbbe l’ex pm): “Anche questo moralizzatore ha preso l’aereo di Stato, perché Floris non lo racconta?”.

Mastella premette di non aver visto Annozero, sconfessando il contenuto di una intervista riportata stamani dal Corriere della Sera che descriveva, nel dopocena di ieri, un Guardasigilli incollato alla tivvù e spiega di essere oggetto di un linciaggio – “da quando ho lasciato una puntata di Annozero” – che partirebbe dal satirista per continuare con il vignettista passando per il giornalista e il commentatore. “Non ho mai chiesto censure – dice Mastella -, vengo dalla scuola cattolica per cui il dubbio è permanente. Dico ai consiglieri, e non è una minaccia ma una valutazione, che gli italiani avranno anche le scatole piene se ogni sera si parla di me piuttosto che dei problemi reali. O il Consiglio di amministrazione della Rai stabilisce delle regole di comportamento oppure attiveremo strumenti parlamentari sfiduciando questo Cda, non abbiamo alternative”.

Che abbia visto la trasmissione o no, l’intervista al pm di Catanzaro trasmessa ieri proprio non gli è piaciuta e nonostante avesse preannunciato di non voler parlare da ministro della Giustizia ma da cittadino e segretario politico, Mastella entra nel merito del caso de Magistris. “È giusto a tre giorni dalla decisione della sezione disciplinare del Csm sul suo trasferimento, che De Magistris parli in tv? Mi dispiace, non è un buon metodo: non si può mobilitare la gente poco prima di un giudizio. Questa mi pare un’intimidazione al Csm che deve giudicarlo. Gli ricordo che io ho fatto piazza pulita delle toghe lucane ordinando il trasferimento di vari magistrati. L’ho fatto perché bisogna fare piazza pulita dei magistrati che non vanno. Lui è da tre anni sotto ispezione, vuol dire che non ho iniziato io a occuparmi di lui”.  Alla Forleo invece dice: “Ricordo al Gip che è stata lei a chiedere la separazione delle carriere dei magistrati e io mi sono battuto per evitarla”.

Ma ce n’è un po’ per tutti. Di Santoro e Travaglio gli piacerebbe sapere quanto guadagnano. Della Borromeo vorrebbe leggere il curricula (“una ragazza di buona famiglia diventata velinista non so bene in base a quale concorso”, dice). Poi l’attacco all’Epresso: “Mi dimetto da parlamentare se è vero quello che dice Riccardo Bocca nel suo articolo sui palazzi dell’ingiustizia. Ma ho pronta una querela che costerà qualche miliarduccio all’Espresso perché quelle 60 assunzioni interinali nei tribunali della Calabria sono state decise dal prefetto e non da me. Non mi occupo di appalti. La notte voglio dormire tranquillo”.