Medvedev punta sull’Europa per bilanciare lo scudo americano
26 Luglio 2008
La Russia sta posizionando le sue pedine per rispondere allo scacco dello scudo missilistico americano in Europa Orientale. Medvedev sta disegnando un progetto a lungo raggio per un’alleanza sulla sicurezza paneuropea sganciata dalla Nato. Ma nel breve periodo quest’audace strategia per riportare la Russia in Europa deve passare per la strettoia del nuovo accordo con l’Unione Europea. Ecco perché la proposta di Medvedev sulla sicurezza viene presentata al fianco di Italia e Germania, i due partner europei più interessati alla cooperazione con la Russia.
La settimana scorsa la Repubblica Ceca ha registrato un dimezzamento nei rifornimenti di petrolio dalla Russia. Le autorità di Mosca minimizzano l’episodio in un disguido tecnico, che però ha innescato un effetto moltiplicatore per le dietrologie più ambiziose, tutte concordi nell’opinione per cui Mosca starebbe inviando un messaggio intimidatorio a Praga. La scala di grandezza è ancora troppo ridotta per intravedere una ritorsione dell’imperialismo energetico. Tuttavia c’è un antefatto. A poche ore di distanza dalla firma di un accordo tra Cechia e Usa per installare parte dello scudo missilistico sul territorio ceco, il ministro degli Esteri russo ha dichiarato che Mosca sarà costretta a reagire con “mezzi militari” qualora Praga e Washington decidano di proseguire nella costruzione della struttura. Lo scudo americano resta un trauma che la Russia non ha ancora assorbito. Perciò Mosca sta esplorando le alternative, da quelle più diplomatiche a quelle più dirette. Scartate effettive ritorsioni militari, la razionalità della politica e le opportunità attuali suggeriscono un programma ambizioso. Mosca ha bisogno di uscire dalla marginalità orientale in cui la pressione americana l’ha spinta e riequilibrare il suo prestigio in Europa. Ma non può cadere nella trappola dello scontro frontale con gli Usa.
Di fronte all’avanzata orientale della Nato Mosca può trasformare in una carta vincente la spinosa trattativa con Bruxelles per il rinnovo dell’Accordo sulla Partnership e la Cooperazione. Il negoziato è imperniato sulla definizione di nuove mete per i processi di cooperazione negli “spazi comuni” tra Russia e Ue. L’ostacolo più alto era l’opposizione della Polonia dovuta al bando russo sull’importazione di carni polacche. Adesso non resta che indurre la Lituania a più miti consigli. L’incontro di fine giugno tra Medvedev e la delegazione europea è stato il prologo per introdurre un percorso costituente e imbastire un trattato di cooperazione bilaterale completamente rinnovato.
L’ascesa di Medvedev al Cremlino ha permesso di smussare gli angoli più aspri nei rapporti tra l’Europa e la Russia di Putin. Questo clima di distensione è il presupposto per il progetto del presidente russo di un’organizzazione per la sicurezza europea esterna alla Nato – ma con la partecipazione americana. Il progetto era stato inizialmente esposto nel viaggio del neo presidente russo a Berlino e durante la visita di Napolitano a Mosca. Germania e Italia sono i due interlocutori europei più sensibili a conciliare la potenza americana con la presenza russa. La sicurezza è uno dei pilastri per il nuovo accordo Russia-Ue. Ma è un pilastro decisamente sormontato dal valore geopolitico delle riserve energetiche russe. Infatti sia Roma che Berlino sono coinvolte in prima linea in ambiziosi progetti per costruire insieme alla Russia un gasdotto per l’Europa meridionale e uno per l’Europa settentrionale.
Con questa duplice manovra il vecchio continente sarà accerchiato dalla dipendenza dal gas russo. A parte il conflitto con l’Ucraina, la linea d’azione del Cremlino non prevede uno scontro diretto con un cliente così pesante come l’Europa, che serve come fornitore di una legittimità geopolitica che Mosca non riesce ancora a trovare. La Russia è attratta dal potenziale asiatico, dove però fatica a contendere l’egemonia cinese. Anche negli equilibri mediorientali non si sono ancora aperti sbocchi significativi. L’Europa può essere l’ultima spiaggia per le aspirazioni da superpotenza della Russia, che altrimenti si vedrà strappare i galloni del suo passato e retrocedere a potenza regionale. Perciò il nuovo trattato con Bruxelles offre a Mosca la chance di rientrare in Europa per rispolverare il suo prestigio di fronte allo scudo americano.