Meglio il ticket anti-ingorgo di quello anti-smog
23 Luglio 2007
La giunta milanese ha approvato il ticket antismog. Per entrare nella cerchia dei Bastioni tra le 7 e le 19 dei giorni feriali, gli automobilisti dovranno sborsare dai 2 ai 10 euro. Saranno esclusi dal pagamento moto, motorini, e i veicoli a metano, a gpl, elettrici, a benzina se Euro3 o Euro4 e i diesel Euro4.
Secondo Palazzo Marino questo provvedimento ridurrà lo smog del 25 per cento; i proventi saranno utilizzati, tra l’altro, per finanziare il trasporto pubblico. Il quadro è chiaro: il capoluogo lombardo s’è inventato una nuova tassa per finanziare forme di trasporto che non funzionano, non hanno mai funzionato, e non funzioneranno, semplicemente perché – oltre un certo limite – il guadagno di flessibilità garantito dall’automobile è tale da non poter essere compensato dai vantaggi di autobus e metropolitane.
La “pollution charge” è pure uno strumento inefficace per combattere l’inquinamento, che deriva solo in misura marginale (e decrescente) dalle vecchie automobili private – quelle colpite dalla tassa morattiana. Contemporaneamente, si tratta di un provvedimento classista e regressivo: le sue vittime saranno soprattutto coloro che posseggono un veicolo Euro2 o inferiore e non possono permettersi di prenderne uno nuovo.
Chi guida un “trattore” omologato Euro4 è (ovviamente) esentato dal pagamento. C’è di più: poiché, nel giro di una decina d’anni, il parco veicoli si sarà del tutto rinnovato, il ticket perderà significato, a meno che non sia assoggettato a periodiche revisioni che però costituirebbero un tradimento del patto stretto con gli automobilisti: chi oggi compra un’auto Euro4 anche per poter girare tranquillamente a Milano, domani potrebbe essere costretto a sborsare tra i 2 e i 10 euro, a meno di non cambiare ulteriormente macchina.
Ben diversa era l’idea originale, ribadita anche ieri dall’ex primo cittadino milanese Gabriele Albertini in una bella intervista a “Libero”. Il provvedimento di cui Milano, come tante altre metropoli, ha bisogno è una “congestion charge”, allo scopo di sfoltire il traffico. Il senso della congestion charge è far pagare a ogni veicolo una certa somma per compensare il livello di congestione che, occupando spazio sulle strade, esso causa. L’entità del ticket, quindi, dovrebbe essere massima nelle ore di punta, e zero quando le strade sono vuote. L’effetto sarebbe quello di ridistribuire meglio il traffico durante la giornata, fluidificando gli spostamenti e rendendoli più efficienti, oltre che riducendo l’inquinamento (poiché le auto starebbero meno tempo in coda) in misura non dissimile da quanto può fare la pollution charge.
Inoltre, andrebbe ben circoscritta la destinazione del gettito del ticket: esso dovrebbe essere utilizzato non come una tassa di scopo (cioè un bottino messo a disposizione dei predoni verdi, degli ultrà del trasporto di massa o di altri rent seekers) bensì investito nella manutenzione e nello sviluppo delle infrastrutture stradali (inclusa, perché no, la realizzazione di tunnel sotterranei). In questa maniera, e solo in questa, sarebbe possibile muovere tali spese dalle spalle dei contribuenti a quelle degli utenti delle strade e, in prospettiva, ridurre o razionalizzare i tributi comunali.
Purtroppo le cose sono andate diversamente: Letizia Moratti non ha avuto il coraggio, o la lucidità, di fare ciò che serve a Milano e ha scelto la via lastricata di buone intenzioni. E’ un peccato, anche perché l’assessore milanese ai Trasporti Edoardo Croci queste cose le sa bene. Il suo progetto iniziale – che pure aveva notevoli margini di ambiguità, e forse è stato un errore credere che il principio guida fosse quello più razionale e non invece quello più populista – guardava in un’altra direzione. Dopo una battaglia lunga un anno, Croci ha dovuto capitolare su tutta la linea e concedere ciò che le parti politiche più ideologizzate ed esagitate volevano: una tassa sulla mobilità, anziché un vero e proprio ticket d’ingresso in funzione antitraffico. E’ una batosta per i milanesi (e per chi si reca a Milano) e una sconfitta per Croci. Viene da chiedersi che ci faccia ancora in giunta.