Mentre la Mogherini critica Trump, Egitto e Israele bombardano l’Isis

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Mentre la Mogherini critica Trump, Egitto e Israele bombardano l’Isis

08 Febbraio 2018

Se Israele ed Egitto bombardano insieme l’Isis, qualcuno dovrebbe prenderne nota in Italia e nell’Unione europea. The jihadists in Egypt’s Northern Sinai had killed hundreds of soldiers and police officers, pledged allegiance to the Islamic State, briefly seized a major town and begun setting up armed checkpoints to claim territory. In late 2015, they brought down a Russian passenger jet.Egypt appeared unable to stop them, so Israel, alarmed at the threat just over the border, took action. For more than two years, unmarked Israeli drones, helicopters and jets have carried out a covert air campaign, conducting more than 100 airstrikes inside Egypt, frequently more than once a week — and all with the approval of President Abdel Fattah el-Sisi”. David D. Kirkpatrick sul New York Times del 3 febbario scrive come gli israeliani d’intesa con l’Egitto di al Sisi stiano combattendo con droni e altri mezzi militari nuclei attivi dell’Isis nel Sinai. Ecco che cosa succede sul serio mentre gran parte della nostra stampa, i nostri rappresentanti all’Onu e quella sventata dell’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, spiegano come gli Stati Uniti abbiano isolato Israele riconoscendone Gerusalemme come capitale. E magari sempre “l’Alto” presa coscienza di questa realtà potrebbe rinunciare a finanziare ulteriormente quegli altrettanto sbandati dell’Anp, sempre più abbandonati da tutti gli Stati musulmani moderati dal’Arabia saudita ad appunto l’Egitto, almeno finché non si apprestino a serie trattative con Israele.

Fumati o sfumati? A un mesetto abbondante dal voto, essendo sfumata dentro di me (come prevedevo) l’impuntatura astensionistica” così scrive su Venerdì inserto della Repubblica del 2 febbraio Michele Serra. Cosa che ti succedono su un’amaca: c’hai un’impuntatura astensionistica, poi se ne va e ti vien voglia di votare per la Bonino. Una vicenda che al suo fondo sembra per così dire più fumata che sfumata

Dottor Jekyll-Galli e mr Hyde-della Loggia. Sono una sparuta minoranza (e i politici lo sanno!) gli italiani che vogliono veramente un paese diverso”. Così scrive Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera del 31 gennaio. Ma quanti Galli ci sono nel pollaio della Loggia? Un giorno Ernesto scrive analisi preziose sulle radici della crisi dello Stato italiano da cui ripartire per ricucire i rapporti tra popolo, èlite e istituzioni. Un altro si mette a fare lo sguaiato antitaliano  a metà tra il predicatore anticasta e il fustigatore di un popolo ormai perso. Che tutto nasca dal dramma di avere troppi cognomi?

A Pechino una May più in stile Chamberlain che in stile Churchill. The country’s Global Times newspaper backed the Prime Minister for ‘sidestepping’ human rights in talks with Chinese leaders. The Communist Party’s mouthpiece slammed western journalists for urging Mrs May to raise the thorny issue with President Xi Jinping”. Ben Glaze sul Daily Mirror del 2 febbraio scrive che il Global Times,  quotidiano del Partito comunista cinese edito in inglese, ha lodato il primo ministro perché è riuscito a evitare che si parlasse di diritti umani nell’incontro che ha avuto con Theresa May.