Merkel-Sarkò: un governo comune dell’eurozona ma senza gli eurobond

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Merkel-Sarkò: un governo comune dell’eurozona ma senza gli eurobond

17 Agosto 2011

Crisi delle borse, crescita tedesca che si ferma inaspettatamente e discussione sugli eurobonds con Angela Merkel che rischia una “rivolta” civile in patria. E’ questo il contesto economico e politico in cui si è svolto, ieri, il vertice franco-tedesco a Parigi, particolarmente atteso per la questione legata agli eurobonds. Proprio su questi ultimi la discussione è delicatissima e gli equilibri potrebbero saltare da un momento all’altro, nei singoli paesi come a livello europeo.

Se la Germania dovesse cedere sugli eurobonds si scatenerebbero numerose proteste, già annunciate. Una parte della stampa tedesca è sul piede di guerra. Un commento di Heinke Göbel sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ, 15 agosto), “L’illusione degli eurobonds”, dimostra come nella società tedesca cresca il fronte contrario ad essi. Sempre sulla FAZ (16 agosto) l’economista Fuester, professore ad Oxford e membro del Consiglio scientifico del Ministero delle Finanze tedesco, si è apertamente schierato contro gli eurobonds che sarebbero un aiuto solo nell’immediato.

In realtà, alla lunga, i mercati diventerebbero più nervosi, in quanto si perderebbe il controllo sul debito degli stati in difficoltà. Gli effetti sulla Germania sarebbero, poi, estremamente negativi perchè il Paese dovrebbe convivere con interessi più alti e perderebbe, probabilmente, la sua tripla A in quanto dovrebbe sopportare più costi e si troverebbe, inoltre, ad accollarsi parte del debito altrui. D’altra parte però il giornale economico Handelsblatt ha difeso gli eurobonds: non sono certo la soluzione di tutti i problemi, ma potrebbero contribuire a stabilizzare l’eurozona ed impedire, inoltre, l’escalation di prossime ed eventuali crisi finanziare.

Decisamente contrari gli alleati della Merkel, i liberali (FDP), tanto che alcuni esponenti si sono spinti fino a minacciare un’uscita dell’FDP dal governo Merkel. E’ pur vero che proprio uno dei leader dei liberali, Christian Lindner, ha subito precisato che la discussione sugli eurobonds non inciderà in nessun modo sulla coalizione nero-gialla che guida la Germania. All’interno della CDU, il partito della Cancelliera, la discussione sugli eurobonds divide il partito in due. Angela Merkel ha sempre manifestato, a Berlino come in Europa, la sua contrarietà. Il leader dei giovani della CDU, Philipp Mißfelder, sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung, si è schierato contro gli eurobonds. Sono invece arrivate delle timide aperture da parte del parlamentare Johann Wadephul e dall’europarlamentare Armin Laschet, che ha invitato ad avviare una discussione franca e senza pregiudizi su questo tema.

In ogni caso il malessere ed il disagio in Germania aumenta ed un’apertura sugli erobonds sembra, al momento, inimmaginabile, come del resto confermato dal vertice franco-tedesco di ieri a Parigi. Per ora, finché l’integrazione economica europea non sarà completata, non ci saranno gli eurobonds. Secondo Angela Merkel, questi “non sono una bacchetta magica con la quale risolvere i problemi economici dell’area euro. Non ci troviamo in una situazione tale che questi possano essere una soluzione. Non credo che, in questo contesto, gli eurobonds aiutino.”

La situazione non è, in ogni caso, facile. A complicare ulteriormente il quadro generale sono i dati sulla crescita economica tedesca che, improvvisamente e sorprendentemente, si ferma (solo +0,1 rispetto al quadrimestre precedente). La Germania vive, infatti, una frenata che, in un certo senso, indebolisce Angela Merkel nello scenario internazionale. D’altra parte c’è, però, da registrare che il vertice franco-tedesco di ieri ha lanciato segnali importanti al fine di un rafforzamento della moneta unica europea.

Dal vertice, che ha visto Angela Merkel sicuramente più protagonista rispetto a Sarkozy, sono arrivate alcune proposte per rafforzare la moneta unica: un governo di natura economica formato dai capi di stato e di governo europei con un presidente stabile per due anni e mezzo, una tassa sulle transazioni finanziarie e l’obbligo di inserire nelle rispettive Costituzioni nazionali il pareggio di bilancio.

Al momento è impossibile dire se queste proposte contribuiranno realmente a stabilizzare i mercati finanziari, ma è certo che Merkel e Sarkozy siano consapevoli della gravità e delicatezza della situazione politica ed economica e che stiano cercando di affrontare con determinazione una crisi di cui è difficile prevederne gli scenari futuri.