Micromega è il “laboratorio” dal quale ci aspettiamo qualcosa in più
06 Gennaio 2011
Uno, da una rivista di Ragion Politica dalle aspirazioni razionaliste-illuministe, si aspetta opinioni e commenti incisivi e obliqui su quanto accade nella società. Uno, sfogliandone le pagine, si aspetta di inciampare in scomode verità, magari anche un po’ “strillate”, ma sempre taglienti ed acute, come si dice : “capaci di vedere oltre la cortina di fumo della politica”.
Il cittadino partecipe, assetato di verità, stanco del carosello superficiale dei tiggì, annoiato dall’inchiostro asservito, vorrebbe con tutto il suo cuore leggersi un articolo diverso, uno spunto nuovo, un idea folgorante, foss’anche un po’ anarchica o idealista.
E così che digita www…, mhm, dunque, www…, e intanto con la mente ripassa i nomi dei giornalisti o studiosi o uomini o donne della cultura che fanno parte del gotha degli intellettuali di riferimento. Dunque, apre il browser, e, dopo un ulteriore sforzo di concentrazione , digita: www.Micromega.it. Là. Sicuro di cascare su pagine al vetriolo, certo di trovare opinioni fresche e interessanti, segretamente compiaciuto di poter partecipare ad una sorta di forum di eletti, comincia a surfare i contenuti del think tank e legge : “L’Italia è il laboratorio del totalitarismo moderno” ,“Il diktat di Marchionne che CISL e UIL hanno firmato” equivale allo “squadrismo contro le sedi sindacali, con cui il fascismo distrusse il diritto dei lavoratori”,“Si ai diritti, no ai ricatti”, “La società civile con la Fiom”…
Uno, dopo aver solo esaminato i contenuti degli articoli proposti dalla testata, rivolge lo sguardo implorante alla sidebar dove ha digitato il www., praticamente certo di aver fatto un errore di digitazione. In realtà è proprio il Micromega che intendevamo. E gli intellettuali sono loro, proprio loro, sempre loro. Ma come è possibile che il think tank più liberal e più intellettuale – e lasciatecelo dire con una punta di invidia – più esclusivo del paese se ne esca con questo genere di titoli?
Vabbé, risponderebbe il MicroMegaDirettore, forse non ci siamo spiegati: qui si parla dell’unico laboratorio dal quale è nato un programma di sostentamento alla competitività; dell’unico manager che è riuscito a rendere la FIAT un’azienda sana; dell’unica collaborazione sindacato-impresa che ha tramutato una prevista catastrofe in un vanto nazionale, e dell’unico sindacato europeo che tra tutti i diritti che si vanta di tutelare, si è scordato di quello più importante: il diritto al lavoro.