Nasce la Banca del Mezzogiorno. Lo Stato socio di minoranza

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Nasce la Banca del Mezzogiorno. Lo Stato socio di minoranza

15 Ottobre 2009

Via libera del Consiglio dei ministri al disegno di legge per la creazione della Banca del Sud. Fortemente voluto dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, l’Istituto avrà l’obiettivo di aumentare la disponibilità del credito destinato al Mezzogiorno. E’ prevista anche l’emissione di bond per canalizzare il risparmio a sostegno di progetti imprenditoriali e a incrementare l’occupazione al sud. Il modello è Credit Agricole, nata dal territorio ma poi confluita in una struttura unica. “Il nostro modello è un po’ quello – puntualizza Tremonti – ma è un modello disegnato dallo Stato ma realizzato dai privati lo Stato avrà il ruolo del socio promotore".

Per sgombrare il campo da equivoci e per allontanare dalla Banca del Sud lo spettro del nuovo “carrozzone pubblico”, lo Stato sarà solo un azionista di minoranza. Non entrerà quindi nell’azionariato dell’Istituto a gamba tesa, con una partecipazione consistente in mano, ma con una quota minoritaria o "simbolica" come l’ha definita Tremonti, per poi lo abbandonarlo dopo un periodo indicativo di cinque anni. Per dirla con le parole del ministro, “lo Stato, a regime, non avrà un ruolo perché la scommessa è che la Banca del Sud “vada avanti sulle sue gambe”.Tremonti è tornato anche sul ruolo delle Poste, “tutto da definire”, anche se tiene a puntualizzare che “è importante che le Poste ci siano”.

Il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, sarà il coordinatore del Piano per il Sud messo a punto dal Governo, all’interno del quale rientra il progetto della Banca del Sud.

Il ministro dell’Economia ha auspicato una discussione "intensa ma veloce" in Parlamento per giungere in tempi rapidi all’approvazione del ddl che istituisce la nuova banca. "La nostra dimensione territoriale è il territorio del Sud e quella imprenditoriale è la piccola e media impresa. Per il Sud è fondamentale che sul territorio ci siano assistenza e finanziamento all’impresa nella logica del piccolo e medio credito. È quello che ha fatto la fortuna del Nord, a partire dal Veneto" ha detto ancora Tremonti. "La nostra logica – ha continuato – è che i grandi numeri si fanno con i piccoli numeri. In questa banca non si parlerà inglese. La nostra visione è quella dell’albergo che vuole ampliarsi, del Comune che vuole fare un centro congressi, dell’esercente di uno stabilimento balneare che vuole aprire una pizzeria".

Nel corso della discussione del Disegno di legge, si è registrato un nuovo scontro in consiglio dei ministri tra il ministro Tremonti e la fazione "sudista" dell’Esecutivo, capitanata dai ministri Raffaele Fitto (che non ha firmato il Ddl) e Stefania Prestigiacomo. I  due ministri hanno espresso forti perplessità sull’impianto del provvedimento, considerato uno strumento non idoneo a rilanciare il Mezzogiorno e colpevole di sottrarre risorse ad altri interventi. Uno scontro già andato in onda una settimana fa, in occasione dell’ultimo Cdm. "Siamo d’accordo che la banca del Mezzogiorno non esaurisce gli interventi che devono essere fatti. Molti ministri hanno posto l’accento sull’esigenza di un piano per il sud" ha replicato Tremonti.