Nel dibattito sull’eliminazione degli enti inutili, dai Comuni un esempio vincente

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Nel dibattito sull’eliminazione degli enti inutili, dai Comuni un esempio vincente

06 Settembre 2012

Si legge “gestione dei servizi in associazione”, si chiama efficienza. Un tema oggi prepotentemente alla ribalta, tra esigenze di razionalizzazione delle spese imposta dalla spending rewiew del governo e obiettiva necessità di eliminare enti inutili.

Difficile certo dipanare una matassa in cui la tentazione di difendere ognuno il proprio territorio, anche se ormai antistorica, non può che essere comprensibile. Si tratta di riorganizzare non solo enti – su tutti: le province – ma di cambiare mentalità, abitudini, punti di riferimento.

Per questo, al di là delle inevitabili polemiche politiche, quello che spetta al Cal, il Comitato per le Autonomie Locali, chiamato a risolvere il nodo della riduzione delle province abruzzesi, è un compito decisamente difficile. Da un lato, infatti, c’è il desiderio  di ciascuna provincia di difendere le proprie prerogative: desiderio legittimo, perché sono innegabili ruolo ed importanza, bilanciati però, in negativo, dai “mali” che affliggono quasi tutti gli enti pubblici: sprechi ed inefficienze. Dall’altro lato,quindi, c’è il diritto, sacrosanto,dei cittadini ad avere servizi ottimali.

La soluzione è perciò necessaria. E va ricercata senza indugi.  Anche perché il Governo non sembra intenzionato a concedere sconti sulla riduzione degli enti provinciali. Domani ci sarà una nuova riunione del Cal all’Aquila e l’auspicio è quello che al più presto prevalga il buon senso e si giunga ad una proposta condivisa.

Nel frattempo qualcuno però si è già incamminato sulla strada giusta. I Comuni, infatti, stanno sperimentando modelli di governance innovativi ed in linea con le mutate esigenze. Quali? La gestione associata di funzioni e servizi. La parola d’ordine, dunque, è cooperazione, nelle funzioni e nei servizi. Una risposta vincente, come dimostra uno studio del Formez commissionato dalla Regione. In Abruzzo, infatti, 86 comuni su 100 hanno già provato a partecipare a simili forme associative. Nella maggior parte dei casi sono state attivate con successo funzioni generali di amministrazione, gestione e controllo. Ma anche di polizia locale e nel settore sociale. L’assessore regionale agli Enti Locali, Carlo Masci, sta conducendo un lavoro importante che merita di essere sostenuto e valorizzato. Perché quella dell’associazionismo non è solo una strada obbligata (ora anche legge) per far quadrare bilanci e garantire servizi efficienti, ma è soprattutto una strada di modernizzazione e sviluppo.