Nel “grande gioco” del Caucaso c’è più Turchia e meno Russia
10 Maggio 2011
Capita spesso di analizzare ed approfondire le questioni riguardanti i paesi caucasici, ma raramente si parla della regione in generale… Come sappiamo, il Caucaso è una regione situata tra l’Europa e l’Asia che proprio per la sua posizione estremamente strategica acquisisce un significato molto importante. Il territorio si estende dal Mar Nero al Mar Caspio comprendendo La Georgia, l’Armenia e l’Azerbaigian. Geograficamente parlando, la Georgia e l’Azerbaigian sono dei paesi trans-continentali trovandosi per metà (la parte nord) in Europa e per metà (la parte sud) in Asia, mentre l’Armenia è situata interamente in Asia. Proprio per la sua importanza strategica, la situazione politica nel Caucaso è enormemente influenzata dai paesi esterni che condizionano e modellano le politiche e le alleanze interne tra questi tre stati.
I paesi "esterni" che attivamente partecipano nel definire la politica e le alleanze della regione sono numerosi, ma principalmente possiamo dividerli in quattro blocchi, tra cui gli USA, l’Ue, la Turchia e la Federazione Russa. Oggigiorno, lo sviluppo regionale è estremamente dinamico e malgrado le problematiche interne, sta conoscendo una forte crescita economica. Per quando riguarda la politica regionale, uno dei principali attori che influenza le politiche all’interno dell’area caucasica è la Russia, la quale ha i suoi interessi personali nella regione da quasi cento anni. A differenza di altri stati che esercitano un’indubbia influenza sulla zona caucasica, la Russia è l’unica che sta perdendo il terreno nella regione, restando in asse unicamente con l’Armenia. Erevan si trova in forte costrizione politica per i motivi di sicurezza nazionale e vede nella Russia un valido difensore almeno finché il conflitto con l’Azerbaigian e la Turchia non siano risolti. Tale perdita di posizione da parte della Russia è spiegabile in parte dalla crescente influenza di altri attori internazionali che entrano e contendono la zona (Usa, Turchia, Ue) e in parte per il recente conflitto armato con la Georgia che spaventò il vicinato e rese sia l’Armenia che l’Azerbaigianestremamente diffidenti nei confronti del Cremlino.
La Turchia e la sua politica di "pacifica interferenza" nella regione è un fenomeno relativamente giovane, ma si rivela la più efficiente e veloce. Essa si basa sulla solidità di rapporto politico ed economico con la Georgia e si assicura così un appoggio stabile nella zona. Inoltre, la Turchia dispone di un altro appoggio politico molto importante nell’area, grazie alla sua parentela etnica e linguistica con l’Azerbaigian. La cooperazione tra questi due paesi è molto profonda. Invece le relazioni tra la Turchia e Armenia sono congelati dai tempi di guerra in Karabakh. La “pacifica interferenza” della Turchia è ben tollerata tra i giocatori regionali e si basa sulla reciproca convenienza sia politica che economica. Per l’Azerbaigian la Turchia è la garanzia della sua sicurezza di fronte ai suoi problemi con l’Armenia in asse con il Cremlino (conflitto di Nagorno Karabakh). Per la Georgia, invece, la collaborazione con la Turchia potrebbe rivelarsi estremamente di valore poiché Ankara è un membro della Nato estremamente influente ed è assolutamente in grado di assecondare alcune ambizioni di Tbilisi…
La politica Europea nei confronti dei paesi del Caucaso è la più variegata ed articolata, basandosi su molteplici fattori tra cui i valori, il livello della loro cooperazione con le nostre strutture comunitarie e la loro abilità e volontà politica di eseguire delle riforme necessarie. Quindi, l’intensità e la qualità del coinvolgimento europeo con i paesi caucasici è (in teoria) in diretta proporzione con la loro struttura politica interna, i loro valori e il livello/qualità della loro democrazia, anche se quest’ultimo parametro di misura per adesso si applica solo alla Georgia e parzialmente all’Armenia, mentre in Azerbaigian la reale trasformazione democratica non è ancora stato avviata. Esiste un apposito formato di cooperazione tra l’Ue e paesi dell’Est Europa che include i paesi del Caucaso. Si chiama “Eastern Partnership Program” e regola la base giuridica e prevede la definizione e la graduale implementazione dei progetti di cooperazione ed integrazione. I paesi che fanno parte del programma sono: la Bielorussia, l’Ucraina, l’Armenia, l’Azerbaigian, la Georgia e la Moldavia.
Il coinvolgimento dell’Ue è variegata perché essa non si limita alla collaborazione tra le istituzioni europee e paesi del Caucaso, ma include anche le cooperazioni ai livelli nazionali che variano da un paese all’altro. Anche la diplomazia Italiana s’impegna negli stati del Caucaso puntando principalmente sull’influenza culturale. La nostra diplomazia economico/culturale sta ottenendo dei risultati soddisfacenti lavorando a stretto contatto con le autorità locali e cercando di promuovere i nostri interessi. Un esempio interessante consiste nell’accordo firmato tra la Georgia e l’Italia qualche settimana fa. La nostra ambasciata presso il governo georgiano ha comunicato il contenuto, che prevedel’insegnamento dell’italiano come la seconda lingua straniera nelle scuole statali di tutto il paese.
Le attività statunitensi, invece, sono particolarmente lineari e pragmatiche. Washington mantiene buone relazioni con tutte e tre paesi della zona ma sui livelli differenti. Ha discrete relazioni con il governo armeno. Nutre un interesse particolare per la stabilità dell’Azerbaigian, poiché un grosso esportatore del gas e del petrolio che presto potrebbe diventare ancora più importante, non appena i piani per l’oleodotto Nabucco saranno ufficializzati. Il progetto inizierà a Baku, passerà per la Georgia e porterà il petroliodel Caspio verso l’occidente. Nabucco è un argomento molto delicato poiché sarà il progetto che cercherà di diversificare le vie di forniture energetiche verso l’Europa e ci libererà almeno parzialmente dal monopolio russo.
Invece, il partenariato USA – Georgia si basa sui valori democratici condivisi. Anche se la Georgia sta ancora sulla fase iniziale del processo di democtaizzazione, gli Usa danno un grande significato a questa partnership. Tale concetto è molto caro agli americani e quindi attribuiscono alla Georgia lo status del "partner strategico". Secondo i diplomatici americani, ogni ulteriore passo di Tbilisi verso le riforme democratico-liberali avvicinanoulteriormentee legano i rapporti tra questi due paesi. Tale affermazione trova la sua conferma nell’accordo di "strategic partnership" firmato di recente tra gli USA e la Georgia (gennaio del 2010). Quest’accordo costituisce la road map per la cooperazione tra questi due stati e include la collaborazione in ambito militare, politico e culturale. L’accordo fu firmato dopo la guerra con la Russia e comprende anche “la promessa” della continua assistenza americana al governo georgiano sulla scena internazionale per agevolare la risoluzione definitiva del conflitto.
Come si evince dai fatti descritti, il Caucaso è una regione estremamente variegata in cui s’intrecciano le politiche regionali con quelle internazionali. Le alleanze mutano in fretta con l’avviarsi di riforme democratiche che inevitabilmente spingono gli stati interessati a rivedere le vecchie alleanze adattandole alle nuove realtà politiche e alle nuove esigenze. La prospettiva è che il Caucaso finalmente democratizzato, sarà anche la garanzia di stabilità e di progresso.