Nel presentare il catechismo ai giovani la Chiesa deve essere più chiara
17 Aprile 2011
“YouCat” e l’equivoco sulla visione cattolica dell’uso degli anticoncezionali merita una certa attenzione, certamente superiore a quanto si dedicherebbe ad un “errore di traduzione”, come è stato presentato da alcuni funzionari della Santa Sede.
Qualche giorno fa è stato presentato in Vaticano il volumetto “YouCat” (da “Youth Cathechism”) che verrà distribuito ai partecipanti alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid. La redazione è avvenuta sotto la supervisione dell’Arcivescovo di Vienna cardinale Schönborn. A presentarlo in Sala stampa vaticana erano presenti il cardinale Rylko, a capo del Pontificio Consiglio per i Laici, e l’Arcivescovo Rino Fisichella, che presiede il neo costituito Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione dell’Occidente. In concomitanza con la presentazione ufficiale il volumetto è presente in tutte le librerie cattoliche.
Qualche giorno prima della pubblicazione, alcuni siti avevano fatto notare una scorrettezza informativa. YouCat afferma essere moralmente lecito l’uso degli anticoncezionali, cosa negata espressamente dalla Humanae Vitae di Paolo VI e dal Catechismo (paragrafo 2370) fatto redigere da Giovanni Paolo II. Una cosa strana: al Catechismo lavorò a fondo proprio anche il cardinale Schönborn, al quale ora sfugge un particolare non così secondario come la visione cattolica della contraccezione. Imbarazzo nella Curia: il Portavoce Padre Lombardi afferma di non aver letto il testo, qualche altro parla di possibile errore nella traduzione.
YouCat è redatto in forma di domande e risposte. La domanda 420 chiede: “Può una coppia cristiana fare ricorso ai metodi anticoncezionali?”. Risponde YouCat: “Sì, una coppia può e deve essere responsabile nella sua facoltà di poter donare la vita” e rimanda ai paragrafi 2368-2369 e 2399 del Catechismo, quindi anche al paragrafo 2370, quello del divieto. Poi la risposta continua elencando alcuni limiti a questo uso.
E’ difficile, mi sembra, spiegare la cosa con un errore nella traduzione. Tutta la risposta è ben organizzata e coerente. Dapprima si enuncia la norma permissiva e poi si elencano i suoi limiti. E’ vero che ciò contrasta con il paragrafo del Catechismo che viene citato, e questo non può far sì che aumentare lo sconcerto. La cosa più probabile è che chi ha redatto questo articolo di YouCat la pensi proprio così, ritenga cioè che l’uso dei contraccettivi sia permesso dalla morale cattolica. In questo caso si tratterebbe di un errore di dottrina, certamente molto grave in un testo con la Premessa del Papa. La possibilità, invece, ancora più inquietante è che l’equivoco sia stato fatto apposta, proprio per divellere un punto sensibile della dottrina morale cattolica ed aprire una breccia. In questo caso la spiegazione sarebbe ancora più grave.
Come si vede l’equivoco si presta a molte interpretazioni preoccupate. Ricordo di essere stato sorpreso molto negativamente e addirittura infastidito dai numerosi refusi che ho trovato nella lettura di “Luce del mondo” di Benedetto XVI, la sua intervista con Perter Seewald recentemente pubblicata. Ma come, mi dicevo, alla Segreteria di Stato non leggono più con la dovuta acribia quanto scrive il Papa? Dov’era finita la proverbiale precisione certosina degli Officiali del Sacro Palazzo? Anche questo punto di certezza doveva ormai essere abbandonato, come tanti altri?
Ma nel caso di YouCat la cosa è ancora più allarmante di una disattenzione tecnica: un testo di presentazione dottrinale e morale del cristianesimo non può permettersi errori di questo genere. Non sarebbe il caso, vien da pensare, che la Santa Sede producesse meno testi, libri, documenti … e li seguisse più da vicino? Certe opere sono veramente necessarie o sono funzionali a questo o a quell’altro dicastero? Dire poco. Dire l’essenziale. Ed essere precisi nel dirlo.
Si capisce che un testo di questo genere, rivolto ad una massa molto eterogenea di giovani, debba tenere conto di avere davanti un pubblico da alfabetizzare. Di qui lo sforzo di intercettare il loro linguaggio. Però, non sarebbe stato meglio presentare in modo più sobrio e semplice le verità cristiane? Non so se sia veramente utile farcire la presentazione delle verità della fede con citazioni di Wittgenstein, Rahner, Planck, Ditfuth, Thirring, Copernico, Haecher, Taylor, Schneider, Feuerbach, Willms, Lefort, Claudel, Fénelon, Schiller, Stählin, Böhme, Péguy e tanti altri. Dire poco. Dire l’essenziale. Ed essere precisi nel dirlo. Forse anche i giovani hanno bisogno di questo.