E’ inutile guardare i sondaggi – sconvolgenti – del Sole 24 Ore per venire a sapere che in Italia gli operai e i lavoratori non hanno più niente a che fare con la sinistra e che votano compatti (58%) per la destra, raccogliendo consenso solo tra quelli che marxianamente – e sprezzantemente – hanno sempre chiamato “precettori di rendita improduttiva” (pensionati, impiegati dello Stato, studenti).
Infatti, mente le piazze di Berlino, Istanbul, Salonicco e Atene si infiammavano per gli incidenti in occasione della festa del Lavoro, mentre persino Manhattan era bloccata da un grande corteo delle Unions americane (in un paese in cui il primo maggio non è festivo), la sinistra italiana ha trasformato quello che fu un “glorioso giorno di lotta”, in una celebrazione della Casta parassitaria che è stata.
Il concertone di Vasco Rossi a San Giovanni, infatti, è da sempre quel che Fantozzi definiva “una boiata pazzesca!”. Non certo dal punto di vista artistico, tantomeno dal punto di vista dello show, che è di prima categoria. Solo che è una sorta di “Broadway de noantri”, è la trasposizione su un mega palco di un iperclassico show “’mmericano”, copiato dalle grandi band e dai grandi eventi dell’indimenticabile Zard degli anni settanta-ottanta, che nulla, nulla a ha che fare col primo maggio.
Con un diffettaccio: fa girare tanta grana, crea tanto nome, “promuove” a tal punto, da essere appuntamento d’obbligo per una appendice fondamentale della Casta, quella vera, che è composta da quel generone romano da Terrazza che mescola politici de sinistra, comici de sinistra, attori de sinistra e produttori de sinistra, vero asse portante del Pd d’oggi (e Cipputi se la veda da solo con Berlusconi).
Simbolo di tanto dirozzamento è stato l’ineffabile Castellitto, l’unico che ha interpretato esattamente la giornata per quel che era. Dovendo essere occasione per celebrare i fasti della Casta, lui l’ha fatto al meglio, leggendo – con la copertina ben rivolta alla platea e a favore di telecamere – alcune pagine della propria consorte, la scrittrice Margaret Mazzantini. Ottima scelta, soprattutto perché onesta, diretta, senza ipocrisie –tanto che Castellitto la rivendica persino dopo le critiche – tanto, per il Pd, per il suo mondo, il Primo Maggio è occasione per tutto, tranne che per parlare agli operai e ai lavoratori, e per lottare per loro.
La sinistra italiana – Castellitto docet – degli operai letteralmente se ne sbatte –il termine è fortino, ma pienamente giustificato – si occupa del proprio budget, del proprio orto, delle proprie miserie, da precettrice di rendita parassitaria qual è. E’, semplicemente, diventata destra conservatrice. Puzza sotto il naso e ipocrisie codine incluse.