Nella Germania della Merkel i servizi si dilettano a spiare l’opposizione

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Nella Germania della Merkel i servizi si dilettano a spiare l’opposizione

26 Gennaio 2012

Immaginiamo per un istante che il precedente governo italiano, quello presieduto da Silvio Berlusconi ,la cui strategica delega sui servizi segreti era affidata all’ ubiquo Gianni Letta, e il Viminale al leghista inquieto Roberto Maroni, tempo fa, in un impeto di decisionismo, avesse deciso di monitorare con attenzione parlamentari di sinistra attraverso l’Aise sotto la responsabilità del generale Piccirillo. 

Non bisogna essere militanti del Pdl per capire che si sarebbe scatenata una sorta di guerra civile mediatica, con accorati manifesti firmati da intellettuali di punta contro la deriva antidemocratica, cortei di piazza, infuocate richieste di dimissioni degli autori dell’ insano gesto. Il Quirinale e la Consulta avrebbero avuto il dovere morale d’intervenire a difesa della Costituzione.

Terminata l’operazione di fantasia, passiamo alla realtà di questi giorni, raccontando che in Germania, nella locomotiva della povera Europa guidata dalla Cancelliera Merkel, qualcosa del genere, relativamente allo spionaggio di alcuni politici d’opposizione, è avvenuto eccome. Se ne parlò negli anni scorsi e arrivano conferme nell’attualità. 

Secondo la testata Der Spiegel oltre un terzo dei deputati del partito Die Linke sono sotto lo stretto controllo degli uffici del BfV, che sovrintendono alla sicurezza domestica da Berlino a Monaco di Baviera e fin al più sperduto paesino teutonico. Le autorità hanno dovuto confermare la notizia, provando a giustificare la decisione con le origini della formazione  posta sotto l’egida di Gregor Gysi (che in passato ha dovuto difendersi dall’ accusa di essere legato alle  temute barbe finte della vecchia DDR).

Quest’ultimo, indignato dall’ accaduto, ha definito "pazzi" i vertici degli 007 tedeschi, imputandogli una strana sottovalutazione del fenomeno estrema destra. Il presidente di Linke  nel Land della Turingia, Bodo Ramelow, è andato oltre, parlando di sofisticate operazioni d’ infiltrazione nei ranghi del partito. Il titolare degli Interni, Hans-Peter Friedrich, è concentrato ad arrampicarsi sugli specchi per spiegare mosse giudicate da una parte della pubblica opinione come spregiudicate e oltre misura.

Una vicenda da seguire con interesse, anche nelle possibili conseguenze sulle prossime consultazioni legislative, dunque. Sempre pensando all’ osservazione da cui siamo partiti, e nella ferma convinzione che il premier Monti, il sottosegretario Catricalà e il ministro Cancellieri, al massimo, ordineranno d’ attenzionare qualche recente amante dei forconi.