Nella “Lista Anemone” torna la P2 ma sottoforma di farsa

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Nella “Lista Anemone” torna la P2 ma sottoforma di farsa

18 Maggio 2010

La lista delle persone e delle società che hanno avuto rapporti con il costruttore Diego  Anemone non ricorda la Tangentopoli con cui fu distrutto scientificamente il PSI allo scopo di lasciar posto al PCI che non ne seppe approfittare e che forse non era nemmeno parte importante dell’operazione politico-finanziaria in questione. Ricorda piuttosto la P2. E ciò anche per i luoghi  e i modi (operazioni di polizia) in cui le liste vengono trovate e per il fatto che non si sa esattamente se le liste siano vero o false, complete o incomplete. E soprattutto per il fatto che la presenza di un nome nella lista non rappresenta di per sé una prova di qualcosa, ma solo un collegamento con una persona a cui si addebitano trame oscure. In sostanza più che una lista di indiziati di reato, si tratta di una lista di proscrizione, in cui è meglio non esserci.

Il nome di “Anemone” però è molto evocativo di quello di Gelli, che al massimo faceva venire  alla mente i materassi Permaflex, della cui impresa egli era il dominus e la Jole, ossia la ditta Giovanni Lebole, con cui Gelli produceva capi di abbigliamento che potevano confondersi con quelli della vera e propria Lebole aretina. Il nome Anemone ricorda una pianta e un fiore che  hanno  molte caratteristiche che ci portano ai molteplici aspetti di questa vicenda: una vicenda che, essendo la seconda (rispetto a quella della P2 ) o la terza  (rispetto a quella e alla  Tangentopoli della Prima Repubblica) in molti aspetti non appare come una tragedia, ma piuttosto come una commedia. Ciò avvalorando la teoria di Marx per cui la prima volta i grandi sommovimenti della storia sono tragici, mentre quando la Storia si ripete essi si presentano come farse. 

L’anemone è un fiore. Il termine deriva dal greco anemos, che significa "vento". Si tratta di un fiore caduco, fragile e di breve durata. Tangentopoli durò un certo numero di anni. Par difficile che la lista di Anemone ci tenga occupati per così lungo e che possa avere effetti meno che contingenti. L’avvenente  escort Patrizia D’Addario la scorta estate doveva sconvolgere la scena politica. Do you remember? Ora il “grave  scandalo” è evaporato. L’anemone , denominato fiore del vento non sembra che possa piegare un governo. Per ora ha solo piegato un alto ufficiale della Guardia di Finanza, che è risultato beneficiario dei favori immobiliari di Diego Anemone. Questo alto ufficiale dice di avere perso il documento da cui risulterebbe che la somma che il costruttore, secondo l’accusa,  gli avrebbe donato, per consentirgli di comperare  una bella  casa, era in realtà un prestito. E Diego Anemone dice che questo documento non lo ha visto o non lo ricorda.

La  grande fragilità che  caratterizza l’anemone sembra essersi trasferita nella prova per cui quella somma non sarebbe stata  un  regalo, ma il rimborso di un prestito, fatto in precedenza  dall’alto ufficiale al grande costruttore. Questo fiore presto sparisce e perciò rappresenta la malattia dell’abbandono. Alcuni dei  personaggi che Anemone avrebbe aiutato e che sono nella sua lista ora sembrano rimasti soli con i loro crucci, fra attesa e speranza: ed è attesa e speranza nell’abbandono   che questo romantico fiore simboleggia. Anemone, scarcerato, ha indetto una festa al suo club, con donne esotiche, leggiadre e di grande fascino, come quello  espresso dalla singolare bellezza del fiore.

Sull’anemone c’è anche una tradizione cristiana che narra che anemoni color rosso scarlatto nacquero dalla gocce di sangue cadute ai piedi della croce del Salvatore. Ed è noto che il più importante personaggio con cui  Diego Anemone sarebbe stato collegato è Angelo Balducci, presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici, gentiluomo pontificio di Sua Santità. I supposti legami con il Vaticano di Diego Anemone, secondo le cronache giudiziarie progressiste, sarebbero documentati dal fatto che  lui avrebbe detenuto un capitale in uno o più  conti presso la  Banca delle Marche intestati a don Evaldo Biasini, economo della congregazione del Preziosissimo sangue che avrebbe funto da cassiere per l’imprenditore. Il sangue che il fiore anemone simboleggia si ritrova così nel nome della congregazione religiosa a cui appartiene il prelato che sarebbe il suo economo segreto e il  tramite per i favori immobiliari e gli altri favori alle personalità che il costruttore aveva bisogno di ingraziarsi.

Marx aveva ragione a dire che la prima volta certi eventi che scuotono le vicende di una nazione si presentano come tragedia, e la seconda o la terza come farsa. Infatti ecco che compare nella oscura vicenda anche il pubblico ministero di Potenza Henry John Woodcock, che indagando sugli affari di Vittorio Emanuele di Savoia, in un’intercettazione avrebbe appreso che Angelo Balducci aveva inviato un bonifico a monsignor Franco Camaldo, cerimoniere pontificio il cui nome compare  nell’inchiesta “grandi appalti” . Questo magistrato, che si fa spesso fotografare, in particolare con una motocicletta di grossa cilindrata, quasi fosse un personaggio del cinema, è autore di moltissimi processi sensazionali, a persone celebri, nessuno dei quali però, sino ad ora, è andato in porto. Il quesito che sorge è come mai proprio a lui capitino tutti questi processi a personaggi importantissimi, con vicende così complicate.

Ma torniamo un momento all’anemone, come fiore, che è il filo condutture della nostra narrazione. Importanti sono anche le proprietà medicamentose che vengono attribuite al fiore contro i problemi legati ai rapporti sessuali. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio  Guido Bertolaso è coinvolto nella vicenda anemoniana, specialmente perché si è fatto massaggiare al Salaria sport Village. Egli ha dichiarato che si trattava di massaggi veri, di cui aveva bisogno, perché nel suo lavoro aveva preso molti malanni. Ed in effetti si tratta di un lavoro improbo, nei luoghi dei disastri più disparati causati dalla natura o dall’uomo, dai terremoti aquilani, ai rifiuti napoletani, alle frane siciliane e pugliesi o in luoghi esposti ai quattro venti come la  Maddalena.

Invece i giornali progressisti, che una volta sventolavano la bandiera rossa, perché si interessavano alla causa dei lavoratori, ma ora sventolano quella rosa, perché  si interessano alle vicende d’amore e piacere dei nemici del popolo, sostengono che Bertolaso quella sera ebbe favori sessuali da una certa Monica, che sarebbe stata “favolosa”. Tanto che, in base alle intercettazioni  telefoniche, Anemone avrebbe dichiarato “questa sera abbiano guadagnato 500 punti” alludendo alla soddisfazione che Guido Bertolaso avrebbe provato per i massaggi di Monica. Egli dice, per altro, che i massaggi li ha regolarmente pagati. Ed in effetti solo i funzionari di basso rango culturale sono contenti di andare a sbafo in un ristorante o in un night o in un centro di benessere e fitness, perché sono “importanti”. Non c’è motivo di pensare che Guido Bertolaso non abbia pagato il costo della massaggiatrice. E  quindi, non si comprende perché si faccia tanto chiasso su questa faccenda, che riguarda la sua vita privata.

Ovviamente se vi sono stati regali per l’acquisto di immobili o lavori edilizi, in cambio di comportamenti illeciti, di alcuni o di gran parte di coloro che compaiono nella lista anemoniana, ciò ha un diverso  significato. E chi ha sbagliato dovrà pagare nelle varie sedi. Tuttavia al momento per quanto riguarda gli  immobili e i lavori in questione quasi tutto è basato sui "si dice". E anche le cifre del presunto valore di tali immobili sono campate per aria. Non se ne ha una descrizione precisa, non si sa in che stati fossero quando sono stati venduti o fatti oggetto di manutenzioni e migliorie. Non c’è alcuna perizia al riguardo Non è neppure chiaro se la lista in questione sia autentica o sia stata manipolata come si disse, da buona fonte, che fosse quella della P2 trovata a Castiglion Fibocchi in provincia di Arezzo.

Tuttavia tre cose sembrano emergere con chiarezza. La prima è che questa è sopratutto una storia di intrecci fra mondo delle imprese che lavorano per l’operatore pubblico e personaggi della pubblica burocrazia e del mondo militare. C’è un problema, che all’epoca di Tangentopoli venne sottaciuto, di corruzione o arroganza del potere di una parte dei nostri alti burocrati civili e militari, che dovrebbe essere considerato con molta  attenzione. Ma poiché ciò che interessa  ai giustizialisti  che stanno  facendo, sui media, questi processi sommari, è la strumentalizzazione politica, su ciò si  stende un velo.

La seconda cosa da rilevare è che in questa lista compaiono persone e personaggi che hanno fatto la loro carriera con gli avversari del governo attuale. Ad esempio Angelo Balducci, che ha un prestigioso curricolo è giunto alle massime cariche nel ’96-’98 nell’epoca prodiana. Ed è stato nominato ad alti incarichi dall’attuale governo sulla base del prestigioso curricolo che egli si era formato allora. C’è poi un aspetto nuovo , molto  inquietante in questa vicenda , ossia l’attenzione spasmodica  che viene rivolta agli ambienti ecclesiastici e del Vaticano. Sembra quasi che dopo gli attacchi sistematici al Vaticano  per i casi di pedofilia del passato in cui si cerca di coinvolgere l’attuale pontefice e il suo entourage ora si voglia sferrare un nuovo attacco, questa volta alle finanze vaticane.

A quanto sembra i  magistrati delle procure di Firenze e Roma che indagano sulle operazioni del costruttore Diego  Anemone stanno valutando se chiedere una rogatoria al Vaticano per poter accedere alla banca dello Ior, l’istituto di credito della Chiesa, dove Angelo Balducci è titolare di un conto, su cui, si sostiene, potrebbero essere transitati "fondi neri" serviti per pagare mazzette per ottenere appalti e per costruire appartamenti per clienti importanti, compresi prelati. Si aggiunge che nella "lista" di Anemone molti indirizzi fanno capo alla Propaganda Fide, la congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, in quanto Balducci avrebbe avuto un conto allo Ior in virtù del suo duplice ruolo nella congregazione: di "consultore" e supervisore del suo immenso patrimonio immobiliare stimato 6 miliardi di euro. Non so se queste notizie siano vere. E’ giusto che la magistratura faccia le sue indagini . Ma questo eventuale ampliamento alle finanze vaticane dell’indagine, che per ora non appare ancora uscita  dallo stadio di una nebulosa, appare al presente quanto meno sproporzionata.