Nell'”epoca del rifiuto” c’è ancora una Tv che non è il caso di buttare
22 Gennaio 2012
Guarda guarda… nelle TV “minori” nascono delle margheritine di prato: spettacoli robusti e delicati allo stesso tempo. Sono un fenomeno tenero e inatteso come la nascita di un piccolo fiore tra la neve; è roba “tosta”, divertente e buona. E fatta da gente “che ci sa fare”.
Parliamo di Extreme Makeover: Home edition, un programma trasmesso dal canale satellitare Sky Uno e da La5. In una settimana un team di esperti progettisti, capitanati da Ty Pennington (conduttore del programma) e un’impresa edile demoliscono e ricostruiscono la casa a una famiglia bisognosa per svariati motivi. Il programma, in produzione dal 2003, è giunto alla nona stagione, con un totale di oltre 210 episodi prodotti.
Cosa ha di “forte” questo programma? Semplicemente che fa quello che vorremmo vedere sempre: mette la gente bisognosa al centro delle attenzioni della TV e della comunità che si mobilita per rifargli la casa di sana pianta. Si tratta di persone disabili o di situazioni socialmente difficili; sarà anche un’esagerazione e qualcuno dirà che non si risolvono con casi isolati dei problemi sociali… ma si risolvono col silenzio? Già, perché se non ve ne siete resi conto, la malattia in TV è tabù, tranne le trasmissioni di medicina e i telefilm pieni di aghi, provette e tanto tanto sangue finto. Ma quasi totale silenzio ai telegiornali o nelle serie televisive. Peccato.
Ma le buone sorprese Tv non finiscono. Parliamo di Non sapevo di essere incinta, nuovo show in onda su Real Time ogni domenica dalle 23.10. Protagoniste sono le donne che si raccontano e ci raccontano la loro esperienza di future mamme, ignare di stare per diventarlo. La televisione ci ha già mostrato con altri programmi, come Teen Mom su Mtv l’esperienza della maternità, in questo caso, vissuta da minorenni. In Non sapevo di essere incinta, le donne parlano di come hanno partorito, anche in maniera scioccante, confessando di non sapere di essere in dolce attesa, e mostrano i loro piccoli, “arrivati a sorpresa”. Grazie a ricostruzioni ed interviste con le pazienti e con i medici, la serie segue alcune donne dal concepimento fino al parto di un figlio non programmato, e non lo buttano via… e nemmeno si ritrovano con una vita rovinata, come invece il pensare comune (e la vostra collega pettegola) farebbe credere.
Ma capite quanto sono dirompenti programmi come questi, in un’epoca in cui di solito il figlio imprevisto si butta via e ti dicono anche brava? (“Ma che fa…lo tiene??” si sentono dire tante donne, quando arriva la diagnosi di gravidanza); o in cui la disabilità viene emarginata e censurata?
Insomma, la TV ben fatta la possiamo trovare, ed è anche divertente, attira i ragazzi e dà messaggi buoni. La possiamo trovare anche nell’”epoca del rifiuto”, in cui tutto quello che non è perfetto (dalle banane ammaccate ai bambini non ancora nati) di solito si butta. Quando le TV mastodontiche si renderanno conto che, oltre ai soliti palinsesti divisi tra politici, calcio, telefilm e reality, c’è la possibilità di fare altre belle cose col video?