Nessun aumento di tasse, ma la manovra sarà all’insegna del rigore

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Nessun aumento di tasse, ma la manovra sarà all’insegna del rigore

19 Maggio 2010

Nessun aumento di tasse, di certo non a carico dei ceti più deboli, solo tagli alla spesa improduttiva che offre ampi margini di riduzione, per esempio colpendo i falsi invalidi. Il risparmio in quest’ultimo caso sarebbe garantito, basti pensare che (i dati sono dell’Inps), nei primi tre mesi dell’anno è stato riscontrato un 11% circa di falsi invalidi su 200mila verifiche. Quindi, radiografando meglio la situazione si stima che su 16,5 miliardi (tanto lo Stato spende nel 2010 per le pensioni di invalidità) si potrebbero risparmiare circa 2 miliardi di euro.

Il ministro dell’Economia s’è lasciato scappare qualche anticipazione sulle linee guida che seguirà la manovra di correzione dei conti pubblici, attualmente in fase di lavorazione, a margine della riunione Ecofin di ieri. Il giorno prima, proprio per centrare gli obiettivi programmatici, il ministro aveva rinnovato l’impegno della Ruef trasmessa a Bruxelles due settimane fa, di ridurre il deficit di 1,6 punti di Pil nel prossimo biennio così da portare il livello dell’indebitamento netto al 3,9 nel 2011 e al 2,7 nel 2012. Quella a cui il Tesoro sta lavorando è una manovra biennale "etica" (perché, ha spegato il numero uno di via XX Settembre, si darà a chi ha bisogno e si togleirà a chi non ne ha) da 25 miliardi – che potrebbe salire a 28 – con un impatto sul 2011 di 12,8 miliardi. Una manovra che correrà quindi lungo un filo sottilissimo, tenuto ben teso dalla necessità di portare il deficit sotto il 3% nel 2012 e dall’urgenza di dare benzina alla macchina della crescita.

In tempi di forte crisi, e con dei vincoli di bilancio che lasciano poco spazio alla fantasia, la Finanziaria si muoverà lungo queste tre direttrici: taglio della spesa improduttiva, lotta all’evasione, sostegno alla produttività, utile per non soffocare la crescita (ci sarà, certo, anche un aggiornamento di alcune spese inderogabili quali missioni all’estero, fondi per università e Anas). Con una certezza: quest’anno più che mai la parola d’ordine sarà “rigore”. Si starebbe lavorando  sul fronte di un più serrato controllo dei trasferimenti ai Comuni (quelli erogati dal Minisetro dell’Interno sono pari a 15 miliardi) ma nel calderone delle ipotesi per la manovra 2011-2012 sarebbe rispuntato anche il superticket sanitario da 10 euro sulle prestazioni specialistiche. Il mix di misure sulle quali si potrebbe intervenire è quindi ampio e passa anche per la scure sugli sprechi della sanità e il rinvio per il ponte sullo stretto, anche se al momento si tratta solo di indiscrezioni. Anche l’ipotesi di allineamento delle finestre di pensionamento di anzianità e vecchiaia a 2 e 2, poi, (attualmente sono quattro per la vecchiaia e due per l’anzianità) resta uno dei rumors più insistenti degli ultimi giorni, ma Giulio Tremonti precisa che il sistema italiano “è stabile, tra i più stabili in Europa. Funziona bene” e dunque non sarà stravolto.

Rigore e austerità, quindi. A gravare sulla situazione economica generale sono soprattutto i livelli del debito pubblico, definiti dallo stesso Tremonti “elemento di distorsione”: la nuova stima 2010 colloca il passivo dello Stato al 118,4% del Pil, contro il 116,9% previsto a gennaio e il 115,8% del 2009. Per il 2011 è previsto il 118,7% e nel 2012 il 117,2% (le stime non includono gli interventi finanziari a sostegno della Grecia). Stiamo meglio, invece, sul fronte del debito aggregato (ovvero la somma del debito del settore privato, famiglie e imprese non finanziarie, e del settore pubblico quindi delle pubbliche amministrazioni).

La proposta di un taglio del 5% agli stipendi dei politici fa ridere Tremonti perché "è solo un antipasto". Ma, precisa il ministro, “è ora di ridurre effettivamente il peso della mano pubblica”, ha detto il ministro lanciando un monito preciso: “Dovranno preoccuparsi solo i falsi invalidi e gli evasori” (per l’accertamento del reddito il Fisco sta mettendo a punto un redditometro che tenga in considerazione anche viaggi, minicar, leasing e ristrutturazioni). Per Tremonti, esistono in Italia, “margini di taglio della spesa pubblica tanto ampi da poter intervenire senza creare effetti distorsivi” sull’economia. “L’area della spesa pubblica è talmente ampia – ha sottolineato – che può essere ridotta senza produrre un effetto recessivo”.

Il fattore tempo sarà decisivo. Soprattutto per dare un segnale stabilità ai mercati. Tanto che Tremonti potrebbe illustrare la manovra correttiva già alla fine di maggio o entro la prima decade di giugno. Intanto oggi incontrerà Silvio Berlusconi per selezionare le misure del decreto.