Noi abbiamo già scommesso sul rinnovamento chiesto da Bondi

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Noi abbiamo già scommesso sul rinnovamento chiesto da Bondi

23 Aprile 2014

Dopo lunghi mesi di solitaria meditazione, Sandro Bondi s’è desto: non senza comprensibile dolore, oggi decanta l’inconsistenza ideale e politica di Forza Italia, e con profondo disincanto articola una riflessione a tinte fosche sulle prospettive future del centrodestra. Rispettiamo sinceramente il suo travaglio interiore, e dunque rifuggiamo dalle strumentalizzazioni e dal facile sarcasmo.

Sandro Bondi ha certificatoi guasti che la deriva estremista ha provocato in questi mesi, rendendo di fatto concreto il rischio che una storia gloriosa possa trasformarsi in un cumulo di polvere; ha intonato il de profundis per Forza Italia, che per troppo tempo ha camminato in maniera spedita lungo il crinale pericoloso di un’opposizione al sistema, incurante del fatto che al Paese tutto sarebbe servito tranne un salto nel buio dagli esiti devastanti.

Bondi riconosce che l’alternativa è scegliere tra un nuovo centrodestra eRenzi. Un centrodestra che sostenga ed incalzi il governo giorno per giorno con spirito costruttivo, fornendo le proprie ricette affinché l’azione dell’esecutivo sia resa ancora più incisiva sul terreno delle debolezze strutturali del Paese. Noi abbiamo già scommesso sul rinnovamento, dando vita ad un progetto politico che ha l’ambizione di rappresentare la prospettiva moderna del polo moderato.

Non ci vogliamo rassegnare all’idea che la competizione bipolare possa scivolare nel confronto tra il socialismo europeo e la demagogia di Grillo. Non si è trattato e non si tratta, con tutta evidenza, di un’operazione di piccolo cabotaggio ministeriale.