Non ci molli Monsieur Spinetta!

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Non ci molli Monsieur Spinetta!

20 Marzo 2008

Il senso di disagio e di vergogna che si prova
nell’ascoltare le farneticazioni di politica economica (sic!) della classe
dirigente italiana, politica e non solo, sull’affare Alitalia, stanno
raggiungendo un livello non più sostenibile.

La quantificazione del disastro e del baratro in cui
Alitalia è stata spinta da chi oggi appunto farnetica, è riassunta in un dato
fornito da Monsieur Spinetta, numero uno di Air France KLM, che durante la sua
conferenza stampa, poco dopo l’incontro con le rappresentanze sindacali di
Alitalia, ha detto che nel ’98, quando lui fu nominato a capo di Air France, il
fatturato della compagnia di bandiera francese era di 8 miliardi di euro e
quello di Alitalia era di 5. Nel 2007, il fatturato di Air France (esclusa KLM)
ha raggiunto 16 miliardi di euro e quello di Alitalia è sceso a 4!

Verrebbe da dire, ma di che cosa stiamo parlando?!

Siamo qua a discutere di un’offerta che farebbe entrare
Alitalia nella più grande compagnia aerea al mondo, con un piano industriale
che comprende il break-even già nel 2010, ripianamento dei debiti ed un miliardo
di euro di investimenti, una ristrutturazione che interessa poco più del 10%
(2110 esuberi) della forza lavoro di Alitalia (si vadano a vedere le decine di
migliaia di esuberi fatti da tutte le compagnie aeree del mondo all’indomani
dell’11 settembre), 3300 dipendenti reintegrati in Alitalia Fly, la flotta che
diminuisce meno del 20%, contratti di fornitura per Alitalia Servizi per otto
(!) anni, moratoria sul cargo per tre anni… Che cosa si pretende per un’azienda
che dovrebbe avere già i libri in tribunale da qualche anno, che ha raggiunto
un livello di servizio al di sotto della decenza e per un marchio che ha una
reputazione pari a quella del commissario per i rifiuti in Campania?

Monsieur Spinetta ha parlato di crescita, di rilancio, ma
ha anche parlato di sacrifici, di decisioni difficili da prendere, di
inefficienze da registrare. Ha bandito ogni compromesso, il dialogo si, ma se
questo porta al popocchio, alla degenerazione clientelare della concertazione,
sotto il ricatto della pace sociale, beh allora, tenetevela voi l’Alitalia!

Jean Cyril Spinetta si erge come gigante nella
desolazione della trattativa Alitalia, di fronte a boiardi di stato che
dell’ENA, la Scuola di Alta Amministrazione francese, non conoscono neanche
l’esistenza, impegnati come sono a reggere gli interessi dei loro mandanti
politici, di fronte a una classe politica che continua a blaterare di prestiti
ponte (ancora, si dice, 300 milioni di euro di nostri soldi) e fantomatiche
cordate autoctone inesistenti, di fronte a rappresentanze sindacali che non
provano la benché minima vergogna per aver trascinato al fallimento un asset
nazionale tra i più sani assieme a coloro che dovrebbero rappresentare e
tutelare.

Non ci molli Monsieur Spinetta, ci eviti per una volta la
solita sceneggiata pagata dai contribuenti: un gruppo di imprendiitori italiani
con pochi soldi e tante relazioni si compra (con le risorse delle solite
banche) Alitalia, dopo un congruo prestito ponte, e con l’accordo di far
ingoiare i costi del piano sociale allo stato, mantenendo Alitalia a Malpensa,
perdendo così altri soldi, incamerando debiti, e poi si vedrà  … è già successo più volte.