Non si può essere pacifisti sventolando la bandiera di Che Guevara!
04 Agosto 2011
Tra le retoriche più stomachevoli del nostro tempo, un posto d’onore va all’apologia della non violenza. Intendiamoci, l’ideale che fu già di Gandhi e di Tolstoj (sia pur modulato in forme assai diverse) rinvia a una delle più nobili aspirazioni dell’uomo, la pace. A sconcertare, invece, è quando diventa il motivo dell’opposizione a tutte le guerre in quanto generatrici di violenza.
Sennonché non sono più violente le ‘rivoluzioni’ che, a differenza delle guerre, non hanno alcun codice di Ginevra, e dividendo gli uomini in buoni e cattivi, dispiegano una ferocia implacabile contro le mele marce che guastano l’idillio comunitario?
Quando si vede la sinistra antagonista che, in nome della non violenza, protesta contro le guerre delle N.U. coi poster di ‘Che’ Guevara — certo non catalogabile tra i non violenti — viene da chiedersi se non si sia in presenza del vecchio lupo della favola che, per potersi muovere indisturbato nei pascoli a lui interdetti indossa la pelle dell’agnello.