Nuove versioni sull’assassinio di Imad Mughniyeh
21 Settembre 2011
Si torna a parlare del famoso attentato che il 12 febbraio del 2008 a Damasco, nel quartiere di Kfar Suseh, costò la vita all’ "uomo senza volto", il temibile terrorista di Hezbollah Imad Mughniyeh , ideatore ed organizzatore di rapimenti e stragi passati alla storia, come quello del 1983 a Beirut, quando due camion bomba colpirono le caserme dei marines americani e dei soldati francesi, causando centinaia di morti e feriti.
Nei giorni scorsi, uno studente di filosofia giordano-palestinese, Iyad Yousef An-Naim, ha dichiarato alla tv siriana di aver fornito ad Israele, accusato da sempre di aver ordito l’omicidio dell’agente nemico legato all’intelligence iraniana, informazioni per portare a compimento la buona riuscita dell’operazione speciale.
L’uomo, trentacinque anni e frequentazioni erudite della Syria’s Tishreen University alle spalle, si è poi premurato di narrare, con una versione non priva di elementi romanzeschi, il suo presunto arruolamento da parte del Mossad. Stando al racconto, Naim nel 2005, al matrimonio della sorella, incontrò tal Mohammad, membro della Jihad islamica, accompagnato da un sodale di nome Abdullah, e decise di mettersi in viaggio con l’ambiguo tandem per cercare lavoro ed avventura, fino a che, catturato da un commando militare dello Stato ebraico e messo dinanzi all’alternativa tra prigione e collaborazione, scelse la maggior comodità della seconda strada.
Da quel momento, il nostro filosofo avrebbe compiuto un’occhiuta ricognizione nei pressi degli obiettivi sensibili della capitale siriana, alla ricerca frenetica di ogni dettaglio utile all’individuazione di Mughniyeh, da tempo nel centro del mirino dei servizi segreti di Israele e non solo. Come noto, l’abile agente del terrore libanese finì i suoi giorni diabolici a bordo di un fuoristrada dilaniato da una potente esplosione, e si può ben parlare di un classico caso di contrappasso vista l’abilità del defunto nel ramo. Molto si discuterà, nel Medioriente ancora incatenato a guerre e rivolte, della loquela improvvisa di questo ex universitario che sembra uscito da uno dei tanti uffici spionistici di cui è disseminata quell’area del globo che volente o nolente continua a vivere d’inquietudine.