Obama ha ottenuto la riforma sanitaria. E adesso?

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Obama ha ottenuto la riforma sanitaria. E adesso?

Obama ha ottenuto la riforma sanitaria. E adesso?

23 Agosto 2011

Primavera 2010. Alla fine di marzo la riforma sanitaria è passata alla prova del Congresso e Barack Obama può festeggiare il suo primo importante successo. “E ora?”, si domanda l’Economist. Pochi mesi prima l’ex Segretario di Stato Henry Kissinger aveva paragonato il presidente americano a un campione di scacchi che avesse giocato la mossa d’apertura di più partite contemporaneamente, senza però averne ancora conclusa una. Il primo match (l’Healtcare) era stato portato a termine con successo, ma non senza uscire dal campo privo di ferite: la copertina del settimanale inglese in questo è esemplificativa.

Secondo l’Economist, la riforma aveva perso – nella redazione finale – molte delle misure che avrebbe potuto (dovuto) prevedere, compreso il controllo dei costi, necessario per non gravare ancora di più sul già galoppante deficit federale. Oltretutto, entro la fine dell’anno ci sarebbero state le elezioni di mid-term, in cui i Repubblicani – con in testa il movimento del Tea Party – avrebbero sottratto la maggioranza in Senato ai Democratici proprio cavalcando l’ondata di protesta contro l’innalzamento della spesa pubblica, oltre che delle tasse. Pertanto, una volta ottenuta la riforma sanitaria, il presidente Obama avrebbe dovuto dimostrare di saper gestire un bilancio federale sempre più pesante, così come di essere in grado di trovare soluzioni adeguate agli altri importanti “fronti” politici in ballo (Iraq e Afghanistan, immigrazione, climate change, Wall Street). L’eliminazione dello sciecco del terrore Osama bin Laden era ancora di là da venire e il rischio di Obama era quello di venire ricordato come il presidente one shot, artefice di un unico successo.