Onu. Ahmadinejad attacca Israele, le delegazioni lasciano l’aula per protesta
24 Settembre 2009
di redazione
"Lo stato ebraico si è reso responsabile di politiche inumane contro i palestinesi". "Le forze straniere spargono guerra, sangue, aggressione, terrore e intimidazione in Iraq e in Afghanistan". E ancora: "Le elezioni in Iran sono state gloriose e pienamente democratiche, aprendo un nuovo capitolo per il mio Paese". Nel suo terzo discorso davanti all’Assemblea Generale dell’Onu, il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad è tornato ad inveire contro l’Occidente, il capitalismo e una presunta lobby ebraica, più volte menzionata senza citarla.
"Non è possibile che una minoranza domini la politica, l’economia e la cultura mondiale", ha dichiarato Ahmadinejad, che è salito sul podio verso le sette di sera (ora di New York) in grave ritardo rispetto al programma della prima giornata di lavoro dell’Assemblea Generale per via della lunga filippica del leader libico Muammar Gheddafi, che in inizio di mattinata aveva monopolizzato il podio dell’Onu per un’ora e mezzo al posto dei 15 minuti canonici.
Nel suo discorso, il leader iraniano si è guardato bene dal menzionare il dossier nucleare, nonostante fosse da poco terminata una riunione ministeriale del gruppo Cinque più Uno per le trattative sulle ambizioni atomiche del suo Paese. Tra le altre cose, ha detto che forze straniere spargono "guerra, sangue, aggressione, terrore e intimidazione in Iraq e Afghanistan". Solo alla fine, Ahmadinejad ha aggiunto che l’Iran "stringerà calorosamente tutte le mani tese con onestà verso di noi". In un’intervista concessa all’Ap prima di salire sul podio, il leader iraniano aveva invitato Obama a considerare l’Iran come un "potenziale amico degli Usa". "Ho sentito Obama dire che la prossima minaccia è l’Iran — ha spiegato —. Ma l’Iran è un’opportunità per tutti. Storicamente, chi è stato amico dell’Iran ha avuto molte opportunità".
Alla vigilia del suo discorso, Israele aveva chiesto a tutte le delegazioni di boicottare l’intervento per protesta contro la sua ennesima negazione dell’ Olocausto, la scorsa settimana. Il Canada è stato il primo a raccogliere l’appello. Quando Ahmadinejad ha preso la parola la delegazione canadese è uscita. Molte altre delegazioni tra cui quella americana, francese, tedesca e italiana hanno lasciato l’aula quando ha attaccato Israele: "Se Ahmadinejad lancerà l’ennesima provocazione ad Israele, lasceranno tutti insieme la sala", avevano annunciato i portavoce in mattinata.
Accolto dalla solita sfilza di insulti sulle pagine dei tabloid della Grande Mela, Ahmadinejad non è stato invitato al ricevimento organizzato ieri sera dal presidente Usa Barack Obama in onore dei capi di Stati e di governo presenti all’Assemblea Generale.
E non è un caso se gli organizzatori l’hanno relegato a parlare a fine serata, quando la grande sala Onu comincia tradizionalmente a svuotarsi e le delegazioni confluiscono nelle tante cene e feste ufficiali. Si sono aggiunti alle proteste migliaia di dimostranti che per il terzo giorno consecutivo hanno protestato contro la sua presenza a Manhattan.