Pakistan, disperato Sos dei cristiani al governo

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Pakistan, disperato Sos dei cristiani al governo

30 Agosto 2007

Il gruppo cristiano Action Committee del Balukistan ha chiesto oggi al governo pakistano di garantire maggiore protezione alle chiese, che si trovano nella regione occidentale del Pakistan e di arrestare i responsabili dell’attacco sferrato domenica scorsa contro una chiesa della Prefettura Apostolica di Quetta. Il Christian Action Committee è uno dei movimenti di rappresentanza cristiana sul territorio e da qualche anno si batte per la tutela delle minoranze religiose, che nel Paese sono continuamente vittime della legge coranica.

Il gruppo chiede oggi, ancora una volta, al governo pachistano che venga fatta giustizia. Risale infatti a domenica scorsa l’ennesimo episodio di violenza ingiustificata sui cristiani. Una trentina di islamici hanno fatto irruzione in una chiesa di Quetta, attaccando i fedeli. L’improvvisa irruzione ha provocato il ferimento di alcune persone che si trovavano nella chiesa. Dopo l’attacco gli agenti della polizia hanno arrestato qualche responsabile, ma la maggior parte dei membri del commando è riuscita a sfuggire alla cattura ed è ancora in libertà.

Nella località di Quetta, nel Balukistan, il 9 novembre 2001 è stata fondata la ‘Prefettura apostolica di Quetta’, una sede della Chiesa cattolica immediatamente soggetta al controllo della Santa Sede. La diocesi oggi è strutturata nella zona con cinque parrocchie, di cui Victor Gnanapragasam è il vescovo reggente. La notizia dell’appello di Christian Action Committee è apparsa oggi sul quotidiano ‘Down’, il principale giornale in lingua inglese del Paese.

La necessità di protezione si rende ogni giorno più impellente da quando, in primavera,  i talebani hanno rafforzato il loro potere anche nelle aree remote del Paese, dove le minoranze religiose sono più numerose. Come spiega il quotidiano, nella Provincia della frontiera nordoccidentale, ad esempio, la comunità cristiana ultimamente ha ricevuto numerose minacce da parte di gruppi vicini ai miliziani ribelli che imponevano la conversione all’Islam.

Denunce della situazione di “grave oppressione” in cui sono costretti a vivere i cristiani (e le altre minoranze religiose) in Pakistan arrivano anche da AsiaNews, l’agenzia stampa del Pime, il Pontificio Istituto Missioni Estere. Infatti gli esperti dell’agenzia hanno spiegato che oggi nel Paese si ha una “fortissima predominanza dell’Islam, che si aggira intorno al 98%. Mentre le minoranze religiose sono soltanto il 2%”.  Tutto ciò va interpretato alla luce del fatto che il Pakistan è la sesta nazione più popolosa al mondo, ed ha ritmi di crescita molto elevati. Inoltre, di questa ristretta minoranza, la comunità cristiana risulta inoltre essere la meno numerosa.

Da AsiaNews spiegano come la legislazione pachistana non sia affatto tollerante verso le minoranze, soprattutto se sono di matrice occidentale. “Particolarmente grave è la legge anti-blasfemia, che prevede la condanna a morte o l’ergastolo per chiunque faccia affermazioni blasfeme contro l’Islam. Inoltre, per essere condannati  – dicono ancora dall’agenzia – non sono necessarie delle prove: basta una semplice denuncia contro una persona. Il tutto è poi aggravato dal fatto secondo le leggi coraniche le testimonianze dei cristiani di fronte ai giudici non hanno alcun valore”.

Quindi, spiegano da AsiaNews, “i cristiani non hanno nessuna rappresentanza politica, né alcun peso sociale”. “L’area più colpita – aggiungono- risulta il essere il Pakistan del Nord, in particolare lungo il confine con l’Afghanistan. Qui infatti le famiglie cristiane ricevono continuamente lettere con pesanti minacce di morte, ma la polizia non fa niente per proteggerle. Quindi anche denunciare quanto accade è completamente inutile. I cristiani, insomma, – concludono- vivono in drammatiche condizioni, privi di ogni forma di tutela, sia sul piano legale che su quello sociale”.

Il timore generale è che le richieste di protezione fatte al governo restino, ancora una volta,inascoltate. Per questo, dicono da AsiaNews: “Bisogna aiutare la chiesa che soffre”.  Un rapporto del Pime del 2006, ha stimato che nell’ultimo anno ci sono stati circa settecento casi di violenza contro le minoranze religiose. Di questi quasi cinquecento sono avvenuti contro i cristiani, che risultano essere la comunità più colpita. Va aggiunto inoltre il fatto che spesso le famiglie non denunciano le ingiustizie subite, che sembrano essere assai maggiori di quanto si possa ufficialmente stimare.