
“Papà Conte” non dice la verità ai siciliani

08 Giugno 2022
Repubblica racconta con entusiasmo la visita di Giuseppe Conte a Palermo. Già dal titolo apprendiamo del “bagno di folla” che attende l’ex premier in Sicilia. “Ci dà il pane, merita il voto” annota la scrupolosa reporter raccontando la campagna elettorale del leader di M5S per le amministrative di domenica prossima.
Conte, ci spiega Repubblica, viene “acclamato” per il reddito di cittadinanza. Addirittura la scorta “fatica a fargli scudo” tra “centinaia di persone” che gridano “è arrivato papà Conte”. Un buon padre però dovrebbe sapere quello che fa e soprattutto dire la verità alla sua famiglia.
Il reddito di cittadinanza è un provvedimento costoso che non ha raggiunto il suo obiettivo. L’obiettivo sarebbe dovuto essere accompagnare le persone che non lavorano o vengono espulse dal mercato del lavoro a rientrarci con l’aiuto degli ormai celebri navigator. Nonostante ci siano già i centri per l’impiego.
Invece il reddito di cittadinanza, al netto di chi lo ha sfruttato in modo criminale, si è ridotto solo a una misura di sostegno alle nuove e vecchie povertà. Le famiglie più disagiate tali resteranno perché vere opportunità di occupazione il reddito non ne ha create. I navigator sono diventati un ulteriore costo e ora vogliono essere stabilizzati. Il malfunzionante sistema dei centri per l’impiego è rimasto quello di prima.
Il “papà Conte” avrebbe dovuto dire guardate, stiamo continuando a indebitarci oltre il dovuto e continueremo a farlo aumentando un debito pubblico già enorme. Abbiamo scelto di pensare ad oggi scaricando i costi sul futuro, sui nostri figli e nipoti. Avrebbe ma non lo ha fatto. Perché lo statalismo non ragiona come un buon padre di famiglia.
Lo statalismo non investe né crea crescita. Il suo compito è alimentare il consenso politico. È come con la paghetta per i ragazzi di quella famiglia. Continuiamo a dargliela, la paghetta, anche quando dovrebbero uscire di casa e sfidare il mondo per crearsi opportunità di reddito. Invece paghiamoli noi, così ce li teniamo buoni. “Grazie papà”. E grazie ai reporter di Repubblica.