Papa Francesco ai leader Ue: “Essere migranti non è un delitto”
06 Maggio 2016
“I have a dream”, “Ho un sogno”, cosi Papa Francesco parlando di Europa, diritti e immigrazione, nel corso della cerimonia del Premio Carlo Magno, davanti alla cancelliera tedesca Angela Merkel, al re di Spagna Felipe IV, al premier italiano Matteo Renzi e al governatore della BCE, Mario Draghi oltre che ai tre presidenti europei Schulz, Juncker e Tusk accompagnati dall’alto rappresentante per la politica estera europea, Federica Mogherini.
“Sogno un’Europa, in cui essere migrante non sia delitto bensi’ un invito a un maggior impegno con la dignita’ di tutto l’essere umano. Sogno un’Europa che si prende cura del bambino, che soccorre come un fratello il povero e chi arriva in cerca di accoglienza perche’ non ha piu’ nulla e chiede riparo”, dice il Papa utilizzando la celebre formula del reverendo Martin Luther King, “I have a dream”, appunto.
“I progetti dei padri fondatori, araldi della pace e profeti dell’avvenire,” spiega Bergoglio parlando della Ue “non sono superati: ispirano, oggi piu’ che mai, a costruire ponti e abbattere muri”. “Urge poter realizzare coalizioni non piu’ solamente militari o economiche ma culturali, educative, filosofiche, religiose. Coalizioni che mettano in evidenza che, dietro molti conflitti, e’ spesso in gioco il potere di gruppi economici. Coalizioni capaci di difendere il popolo dall’essere utilizzato per fini impropri”.
Con il suo discorso di oggi, il Papa ha voluto dare la sveglia a “un’Europa stanca e invecchiata, non fertile e vitale, dove i grandi ideali che hanno ispirato l’Europa sembrano aver perso forza attrattiva”. E oggi abbiamo “un’ Europa nonna”. “Che cosa ti e’ successo, Europa umanistica, paladina dei diritti dell’uomo, della democrazia e della liberta’?”. Bisogna “aggiornare l’idea di Europa” affinche’ torni ad essere “capace di dare alla luce un nuovo umanesimo basato su tre capacita’: la capacita’ di integrare, la capacita’ di dialogare e la capacita’ di generare”.
L’Europa inoltre, per il Pontefice, deve “passare da un’economia liquida, che tende a favorire la corruzione come mezzo per ottenere profitti, a un’economia sociale. Da un’economia che punta al reddito e al profitto in base alla speculazione e al prestito a interesse ad un’economia sociale che investa sulle persone creando posti di lavoro e qualificazione”. Servono dunque “nuovi modelli economici piu’ inclusivi ed equi, non orientati al servizio di pochi, ma al beneficio della gente e della societa’”. “Questo – ha scandito – ci chiede il passaggio da un’economia liquida a un’economia sociale” che “dara’ nuove prospettive e opportunita’ concrete di integrazione e inclusione, e ci aprira’ nuovamente la capacita’ di sognare”.