Papa: “I musulmani sono i nostri fratelli, la convivenza è necessaria”
04 Giugno 2010
di redazione
Il Papa ha esortato tutti i cristiani ad avere "una comune capacità" di dialogo con i musulmani che – ha riaffermato con forza – "sono nostri fratelli nonostante le diversità". Ad affermarlo è Benedetto XVI durante la conferenza stampa tenuta a bordo dell’aereo che oggi lo ha portato a Cipro.
Parlando a proposito del prossimo sinodo Vaticano sul Medio Oriente (10-24 ottobre 2010), Papa Ratzinger ha auspicato che l’assemblea faccia crescere il dialogo tra i cristiani ma anche "la comune capacità di dialogo con i fratelli musulmani". Il suo "incoraggiamento" è quello – ha detto – di "continuare con una visione comune e nonostante tutti i problemi nel dialogo con loro". "Tutti i tentativi per una convivenza sempre più fruttuosa e fraterna – ha aggiunto – sono molto importanti".
Secondo il Pontefice, l’ombra dell’omicidio di mons. Luigi Padovese non ha nulla a che fare, "non può essere attribuito alla Turchia e ai turchi" e "non deve oscurare in alcun modo il dialogo con l’Islam". "Di sicuro – ha spiegato – non si tratta di un assassinio politico o religioso". Un’altra esortazione è giunta sul blitz di Israele contro i la flottiglia di aiuti diretta a Gaza. "In tutti questi episodi che viviamo – ha spiegato Benedetto XVI – c’è sempre il pericolo che si perda la pazienza, che si dica adesso basta e che non si voglia più cercare la pace". Invece, ha esortato, "ogni giorno dobbiamo imitare Dio nella sua pazienza; dopo tutti i casi di violenza, non bisogna perdere la pazienza ed avere il coraggio di ricominciare". Il compito della Santa Sede, ha rimarcato, è proprio questo: "Creare la disposizione del cuore per ricominciare di nuovo, nella certezza che possiamo andare avanti, che la violenza non è la soluzione".
Appena sbarcato a Cipro, l’isola divisa e in parte sotto occupazione turca, Benedetto XVI ha lanciato un appello perché tutti i ciprioti possano risolvere "con pazienza" i loro problemi e vivere in armonia "con i loro vicini". L’aereo del Papa è atterrato all’aeroporto di Paphos, luogo dove avvenne la prima predicazione della parola di Cristo da parte dell’apostolo Paolo. Ad accoglierlo, il presidente della Repubblica greco-cipriota Demetris Christofias "possano l’amore della vostra Patria e delle vostre famiglie e il desiderio di vivere in armonia con i vostri vicini sotto la protezione misericordia di Dio Onnipotente – ha detto Ratzinger – ispirarvi a risolvere pazientemente i problemi che ancora condividete con la comunità internazionale per il futuro della vostra isola".
Durante la conferenza stampa in aereo, Ratzinger aveva spiegato di non voler portare a Cipro "un messaggio politico, quanto piuttosto un messaggio religioso che dovrebbe preparare gli animi a trovare l’apertura per la pace". "Non sono – aveva osservato parlando con i giornalisti in aereo – cose che vanno dall’oggi al domani. Ma è molto importante non solo fare i necessari passi politici ma anche preparare gli animi per essere capaci di compiere i passi politici necessari". Occorre – aveva esortato – "un’apertura interiore alla pace, che viene dalla fede in Dio e dalla convinzione che siamo tutti figli di Dio e fratelli e sorelle tra noi".