Partecipazione e territorio, per una politica che guardi al futuro
25 Ottobre 2010
Il richiamo arrivato nei giorni scorsi dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al di là delle finalità contingenti, rappresentate dalla necessità di contrastare il nuovo gruppo parlamentare, può e deve stimolare una profonda riflessione. Può e deve indurre la classe politica riflettere attentamente sul proprio ruolo e sul proprio futuro. Il premier ha richiamato il Pdl all’unità e alla coesione ma soprattutto ne ha sottolineato gli errori e le debolezze, rappresentati dalla scarsa efficacia con cui il partito ha portato avanti il suo lavoro negli ultimi mesi. E dopo aver sottolineato le criticità, quando è arrivato il momento di guardare alle strategie, è apparso chiaro che la strada da percorrere è una sola, quella del rafforzamento del Pdl sul territorio. Un principio che vale sia al livello nazionale che al livello locale, tanto più in una regione in fase di rilancio come l’Abruzzo, e che deve spronare la classe politica a ripartire da dove è stata eletta. Dal basso.
In Abruzzo, il governo regionale ha lavorato bene, ha dato risposte concrete, ma ha bisogno ancora di tempo per completare il programma su cui ha ricevuto la fiducia degli elettori. Per fare questo deve essere supportato da un partito forte, radicato sul territorio e unito nelle battaglie. Non c’è più tempo e spazio per la vecchia politica fatta di litigi. E’ giunto il momento che la classe politica si assuma le proprie responsabilità e torni a guardare al territorio, che rappresenta un luogo formidabile di formazione democratica delle opinioni e di mediazione dei conflitti. Solo così si realizza quel valore fondamentale di ogni democrazia che è la partecipazione attiva dei cittadini.
La politica inizi, dunque, un nuovo percorso, individui e costruisca le sedi della partecipazione e traduca questo cammino partecipativo in prassi istituzionali, capaci di restituirle continuità, stabilità e trasparenza.
Informare i cittadini, affinché abbiano una migliore comprensione delle decisioni; consultarli e dunque ascoltarli; coinvolgerli, che significa prendere le loro opinioni in qualche considerazione; e, infine, cooperare, che significa scegliere insieme per il bene comune. Sono i gradini di una scala che può portare alla costruzione di un modo nuovo di governare, in cui le azioni siano realmente funzionali al mantenimento delle promesse fatte ai cittadini e alla promozione di uno sviluppo sociale equo.