Partono domani i 10 giorni più importanti per Alitalia
12 Maggio 2008
L’atmosfera non è esattamente quella del celebre libro di
John Reed sulla rivoluzione bolscevica (più volte immortalato in film e serial
televisivi). Alla Magliana, però, si respira un’aria che assomiglia a quella
che aleggiava a Mosca quando si avvertiva che erano nell’aria grandi eventi e
si viveva all’insegna del detto: “o la va o la spacca”.
I dieci giorni che cambieranno (in un modo o nell’altro)
l’Alitalia sono le giornate tra il 13 ed il 23 maggio. Domani, martedì, si
riunisce quel che è rimasto del CdA (dopo varie dimissioni) per approvare la
relazione trimestrale per il gennaio-marzo 2008: i dati sono particolarmente pesanti non tanto perché segnano ancora un
profondo rosso (alla Magliana ci si è fatta l’abitudine) ma poiché il disavanzo
avrebbe adesso intaccato il patrimonio sotto i livelli di guardia (le stime
variano tra i 350 ed i 400 milioni di euro rispetto ad un capitale sociale di
circa 1.300 milioni di euro). Venerdì 23 maggio (data che gli scaramantici non
considerano poco propizia) è invece il giorno in cui il CdA dovrà assumersi la
piena responsabilità dell’approvazione del bilancio consuntivo per il 2007. E’
una responsabilità senza se e senza ma.
Tra una data e l’altra si possono verificare varie
ipotesi. Potrebbe spuntare la cordata a cui sta lavorando l’esorcista Bruno
Ermolli a cui è stato affidato il compito di togliere all’Alitalia il malocchio
strutturale che la affligge da 15 anni (ossia da quando è avvenuta la
rivoluzione del trasporto aereo internazionale): essere al tempo stesso,
troppo piccola per gareggiare sui mercati mondiali e troppo grande per fare il
vettore soltanto in Italia e nei Paesi vicini. In effetti, Ermolli ha chiesto
di avere i dati per approfondire la situazione finanziaria. Per il CdA ciò
comporta un problema serio: se risponde positivamente può essere tacciato di
non seguire regole di mercato (poiché non è in corso una gara), ma se risponde
negativamente può fare chiudere l’unica porta per ora socchiusa, neanche
aperta.
Tra il 13 ed il 23
maggio (prima, comunque, di approvare il consuntivo 2007), gli scampoli del CdA
potrebbero decidere che la partita è ormai andata e non volersi assumere
responsabilità che potrebbero coinvolgerli personalmente e matrimonialmente. In
tal caso, il “grido di dolore” partirebbe dalla Magliana e sarebbe accompagnata
da una richiesta di commissariamento, dall’apertura di una procedura
fallimentare o di percorsi analoghi.
Tra queste due
ipotesi estreme non se ne vedono intermedie. Almeno ai piani alti della
Magliana. Tuttavia, c’è chi nutre due soldi di speranza, tanto per rievocare il
titolo del film di Castellani con cui nel 1951 si aprì la serie delle commedie
all’italiana. Una volta insediato il nuovo Governo a pieni ranghi (Vice
Ministri e Sottosegretari compresi), si potrebbe riprendere la partita per
realizzare, in un arco di tempo breve, un accordo tra imprenditori italiani,
banche (italiane e straniere) e Lufthansa. E “il terzo incomodo” con cui i
tedeschi non vorrebbero avere a che fare (Vedi “L’Occidentale” del 30 aprile)?
C’è un prezzo per tutto, si dice alla Magliana. E la moneta di pagamento
sarebbero gli slots.