Passo dopo passo l’Italia si avvicina sempre più al nucleare (finalmente)

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Passo dopo passo l’Italia si avvicina sempre più al nucleare (finalmente)

21 Dicembre 2010

Un’altra tappa del processo di ritorno al nucleare sta per essere attraversata. Il Cipe ha approvato in via preliminare la delibera che stabilisce le tipologie di impianto di produzione di energia da fonte nucleare realizzabile in Italia.Via libera, quindi, ai soli impianti di terza generazione. È quanto dispone lo schema di delibera licenziata dal comitato interministeriale.

È la legge energia dell’estate 2009 a prevedere l’adozione del provvedimento governativo, che sarà esaminato dalla Conferenza unificata e dalle commissioni parlamentari per l’espressione di un parere non vincolante. È probabile quindi che a febbraio si abbia l’approvazione definitiva del Cipe: un traguardo importante, anche se raggiunto con un anno di ritardo rispetto ai tempi previsti dalla legge.
Se non subirà modifiche di alcun tipo, saranno realizzabili in Italia solo impianti che rispettino standard in termini di efficienza e sicurezza più elevati di quelli che possono garantire gli impianti attualmente attivi.

La relazione allo schema di delibera indica espressamente che i reattori installabili in Italia sono al momento gli EPR (European Pressurized Reactor), gli AP1000 (Advanced Passive) di Westinghouse/Toshiba, gli ABWR (Advanced Bowling Water Reactor) e gli ESBWR (Economic Simplified Bowling Water Reactor) della General Electric. Di fatto, i candidati principali sono i primi due.

Gli EPR, della francese Areva, hanno costi per unità di potenza installata inferiori del 10% rispetto ai reattori di seconda generazione. Trovano un impiego più flessibile, potendo quindi adattarsi più facilmente alla variabilità della domanda. Hanno, infine, un maggior rendimento (37%, contro i 30-33% dei reattori di seconda generazione).

Gli EPR sono utilizzati nelle centrali di recente realizzazione a Flamanville (Francia), e Olkiluoto (Finlandia). Nel 2012 inizieranno i lavori per l’installazione di un altro reattore a Penly, in Alta Normandia. Altri reattori sono stati venduti in Cina.

Il paese asiatico punta però anche sull’AP1000: sono già in costruzione tre reattori dei quattro acquistati per i siti di Sanmen e Zheijang.

Gli AP1000 hanno un rendimento leggermente inferiore agli EPR (35%), ma sono innovativi sotto il profilo della gestione dei rischi e della sicurezza.

La delibera prevede, inoltre, che la tecnologia utilizzata per la costruzione degli impianti nucleari in Italia dovrà essere già sperimentata. In questo modo si apre la strada ai reattori di terza generazione annunciando la possibilità di un ricorso ai reattori di quarta generazione solo quando avranno superato la fase di sperimentazione, che, recita la relazione illustrativa della delibera, dovrebbe concludersi nei prossimi due decenni.

L’intento perseguito dal Governo è quello di offrire le maggiori garanzie possibili in materia di sicurezza sanitaria e ambientale per convincere un’opinione pubblica ancora in parte scettica, su cui negli ultimi 25 anni ha esercitato una pressione costante e incisiva soprattutto il fronte contrario al nucleare.

È bastato uno spot del Forum Nucleare di Chicco Testa che invita ad un confronto franco e aperto sul tema per scatenare la reazione del fanatismo antinuclearista. I verdi annunciano esposti all’AGCOM, tutti volti a reprimere la libertà di stampa e di espressione se usate per proporre con toni pacati il dibattito. Fanno appello alla par condicio e ne chiedono il rispetto, proprio ora, anche in materia energetica. Per anni verdi e ambientalisti hanno potuto utilizzare i finanziamenti pubblici ai partiti e alle associazioni ambientaliste maggiormente rappresentative, ossia il denaro dei contribuenti, per propagandare le proprie idee in materia energetica. Oggi che per la prima volta si invita l’opinione pubblica a partecipare al dibattito in materia nucleare, si chiede l’interruzione dello spot e nuove regole.