Pdl pugliese, vecchi vizi che rischiano di compromettere le nuove virtù

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Pdl pugliese, vecchi vizi che rischiano di compromettere le nuove virtù

06 Giugno 2012

Chiusa da poche settimane l’esperienza delle amministrative 2012, si incominciano a tessere le trame per programmare le prossime scadenze elettorali, in primis quelle politiche. Elezioni decisive e imprevedibili come non mai: i grandi partiti sono minacciati dall’antipolitica grillina e provano a rifarsi il look incoraggiando la partecipazione popolare alla “vita di partito” e accettando alcune delle imposizioni dei teorici dell’anticasta. Imperversa, a destra come sinistra, il dibattito sul finanziamento pubblico ai partiti e sulle regole interne del sistema politico. Non solo. Anche la legge elettorale ha la sua data di scadenza e non si sa, quindi, quale sarà la strada maestra che porterà in Parlamento. Imprevedibilità per elezioni decisive che rappresenteranno il ritorno alla vita politica – nel suo pieno significato etimologico – e della quale, oggi, non si può più fare a meno.

Se la voglia di segnare un distacco decisivo, in termini di partecipazione popolare, è viva più che mai (quasi ovunque), voci raccolte dai ben informati raccontano scenari da Prima Repubblica per il futuro della Puglia. Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, è diretto (nonostante tutto) verso la guida della regione: la staffetta è pronta e Nichi Vendola non aspetta altro che consegnare il testimone da governatore al presidente regionale del Partito Democratico per guidare le “sue” liste nazionali di Sinistra Ecologia e Libertà. Le primarie, se dovessero esserci, sarebbero di facciata: utili sia a Michele Emiliano, per legittimare la sua candidatura nei territori più lontani dal capoluogo, che alla coalizione di centrosinistra, per testare la sua forza elettorale. Nessuna sorpresa è la benvenuta; il disegno è chiaro e la volontà di realizzarlo c’è tutta.

Il Popolo della Libertà, dal canto suo, è chiamato a ricostruire se stesso dopo una partita elettorale giocata in difesa, senza un attacco vincente. Le vittorie più avvincenti sono state caratterizzate dalla partecipazione diffusa durante le primarie (a Lecce, Trani e Terlizzi) e la linea per il futuro sembrava tracciata sul solco dell’esperienza appena conclusa: coesione e apertura all’esterno avrebbero dovuto essere le vie segnate per far lanciare l’ultima sfida al centrosinistra, ma sembra che le buone lezioni siano le più difficili da imparare.

Le indiscrezioni baresi, infatti, vanno nel senso opposto e rischiano di compromettere il cammino futuro del centrodestra pugliese. I fedelissimi dell’ex ministro pugliese, Raffaele Fitto, pare abbiano ricevuto rassicurazioni dal loro leader sulle prossime scelte elettorali del Pdl regionale: il senatore D’Ambrosio Lettieri sarebbe il candidato designato, a Bari, per Palazzo di Città; il suo contendente numero uno, Massimo Cassano, si accontenterebbe di ottenere un seggio in Senato ed emigrare a Roma con Nuccio Altieri e Rocco Palese, per i quali si prospetta una candidatura alla Camera. I fittiani che restano, uno su tutti, il consigliere Michele Boccardi, consoliderebbero le loro posizioni in Regione e a Bari Città. Il disegno, anche qui, sembra deciso e Raffaele Fitto vuole rispettare il suo programma, a tutti i costi: quella che sembrava l’eredità acquisita dalle amministrative 2012, non rientra nei piani del leader leccese che, anzi, orchestra i suoi fedelissimi e chiude le porte alla tanto invocata “società civile”.

La partecipazione, insomma, viene messa da parte in una terra che ha fatto del fermento politico il suo tratto distintivo e, proprio nel momento in cui la sinistra si lascia accarezzare dal leaderismo, il centrodestra non pare abbia voglia di giocare con astuzia la sua partita. Eppure, la Puglia sarebbe pronta ad accettare nuove sfide e i pugliesi si confronterebbero sui programmi per partecipare attivamente alla costruzione della nuova fase della politica italiana. Le primarie, per i candidati sindaci e nuovi parlamentari, sono lo strumento affascinante dal quale i partiti devono lasciarsi sedurre per affermare, una volta per tutte, i valori della democrazia. L’apertura verso l’elettorato, come sottolineato dal consigliere regionale del Popolo della Libertà, Domi Lanzillotta, “è il passo fondamentale che si deve compiere per avvicinare i cittadini e condividere con loro le scelte politiche”. I tempi e i modi per coinvolgere e rispondere all’antipolitica dirompente ci sono tutti: bisogna vedere quanto grande sia la voglia di ritoccare quei disegni che sembrano, a volte, inutili scarabocchi.