Pdl, tanto barricadero quanto marginale e ininfluente

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Pdl, tanto barricadero quanto marginale e ininfluente

28 Giugno 2013

Volano i falchi sul cielo del Pdl, e il clima appare da redde rationem dopo i violenti colpi sferrati a Silvio Berlusconi da una scheggia impazzita della magistratura politicizzata, le cui mirabili gesta sono ben amplificate da settori altrettanto irresponsabili del mondo editoriale e finanziario che hanno come unico obiettivo quello di far saltare il quadro politico esistente.

La «guerra dei vent’anni» ha raggiunto l’acme della violenza ad personam, ed è forte in larghi strati del partito azzurro la tentazione di alzare le barricate: rovesciare il tavolo, dare il benservito al governo Letta, fare nuovamente appello al corpo elettorale, sembrano nell’immediato le uniche tappe da percorrere per sfuggire all’annientamento di un partito, di un leader, di una storia.

E’ naturale che ogni qualvolta imperversi la bufera, le posizioni e gli orientamenti tendano a radicalizzarsi, e che a prevalere siano le spinte più intransigenti presenti all’interno di una comunità politica. Del resto, l’odiosa aggressione giudiziaria nei confronti di Berlusconi, indegna di ogni paese civile tanto nel merito quanto nella forma, renderebbe assai comprensibile un esito siffatto.

Tuttavia, senza scomodare Karl Popper e la sua analisi delle conseguenze inintenzionali delle azioni umane intenzionali, siamo proprio sicuri che mandare tutto a carte quarantotto finirebbe per giovare ?  In questo senso, vi sono buone ragioni per iscriversi tra coloro che hanno più dubbi che certezze, vedono più ombre che luci, non credono che un atteggiamento barricadero possa produrre eccellenti risultati, ma credono al contrario condannerebbe il Pdl al ruolo di forza marginale e ininfluente.

Sia chiaro: l’esecutivo Letta va incalzato in maniera costruttiva giorno per giorno, ed aiutato a rendere la propria azione più incisiva sul terreno delle debolezze strutturali del paese. Ai tanti simpatizzanti del “partito dello sfascio” occorre contrapporre un grande senso di responsabilità e un pizzico di sano realismo in più, ingredienti che aiuterebbero il Popolo della Libertà a sciogliere il nodo più difficile dalla sua nascita. Il contrario apparirebbe inspiegabile, a maggior ragione nel momento in cui è lo stesso Berlusconi a confermare il leale sostegno al governo: se questo è lo spartito che viene suonato, strumenti che vadano per conto loro finirebbero solo col trasformare la sinfonia in cacofonia.