Pedofilia. Il Papa incontra le vittime: “Ho vergogna, rei alla giustizia”
18 Aprile 2010
di redazione
"Vergogna e dolore", ma anche la promessa di "portare alla giustizia i responsabili di abusi". L’incontro con otto vittime di preti pedofili ha impresso un segno indelebile sul viaggio di Benedetto XVI a Malta.
Un incontro fuori dal programma ufficiale, ma da molti atteso, il primo da quando lo scandalo pedofilia si è abbattuto sulla Chiesa e la sua eco mediatica ha raggiunto dimensioni planetarie. Un incontro di preghiera ed emozioni condivise, servito però anche a ribadire "l’impegno della Chiesa a fare tutto ciò che è in suo potere per investigare sulle accuse e consegnare alla giustizia i responsabili degli abusi". È anche con le lacrime che gli hanno rigato il volto, che il Papa ha espresso agli abusati la sua sofferenza per quanto accaduto nella Chiesa lungo interi decenni.
Da Ratzinger, quindi, non semplici scuse in quei venti di minuti di faccia a faccia con le vittime in un "clima intenso, ma sereno", come lo ha definito padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede. Nei discorsi di questi due giorni a Malta, voluti quale pellegrinaggio ai luoghi del naufragio di San Paolo ed annunciati sui temi dell’immigrazione e dei valori cristiani, nessun riferimento esplicito è stato fatto agli abusi. Tuttavia il Pontefice ha fatto spesso richiamo ad una Chiesa "ferita" e a peccati da cui "purificarsi".
Quindi, Ratzinger è tornato a denunciare un attacco alla Chiesa ispirato da motivi più complessi e profondi degli scandali e fomentato da "media ostili". "Molte voci – ha detto durante la messa celebrata a Floriana davanti a oltre 40 mila persone – cercano di persuaderci di mettere da parte la nostra fede in Dio e nella sua Chiesa e di scegliere da se stessi i valori e le credenze con i quali vivere". L’umanità, ha affermato Benedetto XVI, ha più che mai bisogno di Dio e occorre fuggire alla tentazione "di pensare che l’odierna tecnologia avanzata possa rispondere a ogni nostro desiderio e salvarci dai pericoli che ci assalgono. Ma non è così".
Un concetto ribadito durante l’incontro del Papa con i giovani. La "cultura odierna – ha detto il Papa rivolto ai ragazzi maltesi – promuove idee e valori talvolta in contrasto con i principi cristiani", e viene "presentata con un grande potere persuasivo, rinforzata dai media e dalla pressione sociale, da gruppi ostili alla fede cristiana". "Nel contesto della società europea – ha poi aggiunto – i valori evangelici ancora una volta stanno diventando una controcultura, proprio come lo erano al tempo di San Paolo". Tanto che il Papa ha invitato le giovani generazioni a "non avere paura" di andare controcorrente.
Quello di tornare al tempo di San Paolo è stato il suggerimento del vescovo di Malta, mons. Paul Cremona, che nel suo saluto al Pontefice prima della messa ha affermato che, di fronte ai cambiamenti in atto nella società, la Chiesa non può "restare attaccata al modello al quale siamo stati abituati per decenni" ma deve tornare come era negli Atti degli Apostoli e "imparare a riconoscere le proprie colpe i propri peccati". Anche secondo il Papa le ferite necessitano di una "guarigione", perché la fede torni ad essere sacrificio di sé per il prossimo e motivo di gioia, anche per chi non crede.
Sia ieri che oggi il Papa ha insistito sulla necessità di difendere sempre e comunque i valori cristiani e in particolare la vita dal concepimento alla morte naturale, la famiglia e il matrimonio senza dimenticare che anche gli immigrati hanno diritto ad un’esistenza dignitosa. Su quest’ultimo tema che alcuni mesi fa vide proprio l’isola di Malta protagonista di un rimpallo di responsabilità con l’Italia sull’accoglienza dei barconi di disperati in cerca di rifugio, il Papa ha parlato all’arrivo e alla partenza da Malta. "Nessun paese di primo approdo, da solo – ha detto subito prima di salire sull’aereo – può risolvere i problemi connessi all’immigrazione, in primo luogo l’accoglienza". Si è detto infine fiducioso che "contando sulla forza delle radici cristiane e sulla lunga e fiera storia di accoglienza degli stranieri, Malta cercherà, con il sostegno di altri Stati e delle organizzazioni internazionali, di venire in soccorso di quanti qui arrivano ed assicurarsi che i loro diritti siano rispettati".
Calorosissima è stata l’accoglienza tributata a Benedetto XVI nel suo breve ma intenso soggiorno maltese. Spenta ogni isolata polemica della vigilia, il Papa è stato accolto ovunque con un entusiasmo spontaneo e festoso. Ieri nei vari luoghi toccati dal Papa c’erano circa 100mila persone, oltre 40 mila i presenti stamane alla messa e circa 50 mila i giovani al Porto Grande di La Valletta: non poco per un paese come Malta che conta poco più di 400 mila abitanti. E anche le vittime maltesi, a differenza di altre dopo analoghi eventi, si sono dette soddisfatte dell’incontro con il Pontefice.