Per capire l’Europa forse conviene guardare Oltreoceano

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Per capire l’Europa forse conviene guardare Oltreoceano

23 Giugno 2011

L’Unione europea è una confederazione di stati che hanno scelto di esternalizzare la gestione quotidiana di molte attività che rientrano nel campo d’azione della politica a un braccio burocratico (la Commissione europea), e fanno lo stesso con la politica monetaria, che resta in mano alla Banca centrale europea.

Agli stati membri restano soltanto le politiche-chiave su difesa, affari esteri e regime fiscale. Gli stati membri hanno vari modi di confrontarsi in questi campi. Le soluzioni ai problemi economici di Grecia, Irlanda e Portogallo sono condivise dai membri di tutta l’Eurozona, così come la partecipazione alla guerra in Libia, in un quadro di partecipazione dell’intera Comunità europea.

Tutte le decisioni di grande importanza richiedono che i singoli stati si incontrino e raggiungano una soluzione accettabile da ognuno, il che porta a risultati che, essendo figli di un compromesso, sono, di regola, tutt’altro che ottimali. L’analogia più calzante di quello che è l’attuale Unione europea la si trova non nella storia europea, bensì in quella americana.

Nel quinquennio che va dalla Guerra rivoluzionaria (1783) alla ratificazione della Costituzione statunitense (1788), gli Stati Uniti erano governati secondo le leggi contenute negli Articoli della Confederazione. Il paese non aveva una dirigenza né tantomeno un governo, non aveva un vero esercito né una marina, non aveva una politica estera.

I singoli stati mantenevano il controllo dei loro eserciti, e molti disponevano di piccole flotte costiere; sviluppavano le proprie politiche estera e commerciale indipendentemente dai desideri del Congresso continentale, un organismo sovranazionale che aveva meno potere persino dell’attuale Europarlamento (nonostante l’Articolo VI degli Articoli della Confederazione, secondo il quale ai singoli stati non era consentito portare avanti una politica estera che non avesse il favore del Congresso).

Ci si aspettava che il Congresso raccogliesse dai vari stati i fondi per finanziare cose come un esercito continentale, benefit per i veterani della Guerra rivoluzionaria, il rimborso dei debiti contratti con altre potenze europee nella lotta contro gli inglesi. I singoli stati, tuttavia, si rifiutavano di dare soldi al Congresso, e nessuno poteva farci nulla. Il Congresso fu costretto a stampare moneta, e presto la valuta comunitaria perse qualsiasi valore.

Con una struttura confederale talmente debole, i costi della Guerra rivoluzionaria non poterono che divenire insostenibili per la neonata nazione. Ma la realtà della situazione internazionale, in cui il nuovo paese si trovava a dover fronteggiare una schiera di potenze europee pronte a sovvertirne l’indipendenza, mise presto in crisi le velleità di indipendenza dei vari stati, come rese improponibile la prospettiva di un governo federale dai poteri limitati. (Fine della terza puntata. Continua…)

Tratto dal portale di geopolitica Stratfor

Traduzione di Enrico De Simone