Per contrastare la recessione è ora di avviare le riforme strutturali
05 Novembre 2008
Nel suo recente intervento alla Giornata del risparmio il Governatore Draghi ha auspicato che per contrastare le tendenze recessive in atto si faccia ricorso alla politica di bilancio, secondo quanto illustrato nel documento European Framework for Action presentato dalla Commissione europea il 29 ottobre scorso.
Sebbene Draghi non lo abbia ricordato esplicitamente, è importante sottolineare che il documento della Commissione raccomanda che le misure di bilancio antirecessive, che inevitabilmente comportano un deterioramento dei conti pubblici, siano accompagnate da provvedimenti di carattere strutturale volti ad accrescere la flessibilità e la capacità di aggiustamento del sistema. Leggendo tra le righe, la Commissione sta dicendo che è disposta ad accettare una temporanea dipartita dai rigorosi obiettivi di bilancio purché ciò si accompagni con provvedimenti strutturali, cioè permanenti, che accrescono il potenziale produttivo del sistema.
Sarebbe quindi auspicabile che il nostro Governo, oltre a ipotizzare interventi di politica di bilancio di carattere anticiclico, mettesse in cantiere prontamente alcune delle iniziative di carattere strutturale che vanno nella direzione di razionalizzare e semplificare il sistema economico. Il fisco, ad esempio, è un terreno particolarmente bisognoso di interventi strutturali. Numerose iniziative di questo tipo sono menzionate nel programma del PdL. Per esempio, modificare il regime dell’IVA per consentire il versamento solo dopo l’incasso delle fatture e accelerare i rimborsi in tempo commerciale, consentirebbe di lasciare liquidità alle imprese in un momento in cui essa è divenuta particolarmente onerosa, senza gravare in maniera permanente sul gettito fiscale. Allo stesso tempo potrebbe essere opportuno avviare la graduale abolizione dell’IRAP, imposta universalmente riconosciuta come farraginosa e distorsiva . Se essa dovesse essere sostituita con un imposta alternativa che compensi in tutto o in parte il gettito, la semplificazione del sistema che ne conseguirebbe sarebbe notevole, con una riduzione dei costi di adempimento che andrebbero a vantaggio soprattutto delle piccole e medie imprese. Un proposta dettagliata al riguardo dell’IRAP è stata predisposta da Magna Carta nell’ambito dei contributi al programma economico del PdL (www.magna-carta.it/node/2061).
In una prospettiva strutturale occorre inoltre porre mano urgentemente al sistema del welfare. Come auspicato nel libro verde La vita buona nella società attiva, a cura del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, sarebbe auspicabile che a parità di risorse dedicata al welfare, queste vengano indirizzate a perseguire l’occupabilità dei lavoratori, non la garanzia del posto di lavoro, coniugando opportunità e responsabilità. Occorre altresì una robusta semplificazione delle regole di gestione dei rapporti di lavoro, per creare maggiori e migliori posti di lavoro.
In definitiva per un paese come il nostro, in cui i margini di intervento dal lato della politica di bilancio sono limitati in considerazione dei significativi squilibri che ci portiamo dietro, le politiche di carattere strutturale sono lo strumento più efficace per fronteggiare il rallentamento economico e innalzare in maniera permanente il nostro potenziale di crescita. Per fortuna la crisi ci colpisce all’inizio della legislatura e i benefici delle riforme strutturali che adottassimo oggi potranno dispiegare i loro effetti in tempo utile per il ciclo elettorale. Occorre solo non avere paura di scendere un poco nei consensi.