Per Renzi un Ulivo sempre più bonsai
22 Novembre 2017
di Carlo Mascio
C’è chi si sfila (o almeno ci prova) e chi invece si infila, o meglio “torna a casa”. Nelle trattative tormentate per la costruzione di un “centrosinistra largo”, come lo chiamano gli addetti ai lavori, il dilemma è sempre lo stesso: stare o no con Renzi. Della serie: quanto mi conviene mettere la faccia accanto a quella dell’ex premier? E se da un lato Mdp di Renzi proprio non ne può più, la Bonino, con il suo gruppetto di “Radicali italiani”, ma senza il Partito Radicale (che resta di osservanza pannelliana e di allearsi con il Pd renziano non ne vuole sapere) alza la posta, e Ap, in crisi di identità, non sa più da che parte stare, c’è qualcuno che finalmente sta per coronare il suo sogno nel cassetto, ovvero Giuliano Pisapia.
Lo avevamo detto già in tempi non sospetti: il buon Giuliano, in fondo, è un renziano nel cuore. Ragion per cui, stretto per molto tempo nella morsa dei bersaniani, da quelle parti proprio non si sentiva a casa. E lo ha fatto capire in tutti i modi. Tant’è che oggi, anche se ancora cautamente, commenta così l’incontro con l’ambasciatore piddino Fassino: “Abbiamo avuto un incontro molto positivo. Chiaramente ora bisogna lavorare. Abbiamo fatto delle richieste pubblicamente, la prossima o forse già questa settimana inizierà un percorso comune programmatico ma non solo”. Chiarissimo.
Non solo. Pare che Giuliano porti con sé anche un Garante della futura e probabile coalizione di centrosinistra, ovvero quel Romano Prodi che, fino a poche settimane fa, non ha risparmiato critiche pesanti al segretario Dem , tanto da arrivare a “togliere la tenda” dal Pd, e ora apre alla possibilità di costruire una lista di stampo ulivista. Roba che ha fatto venire l’acquolina in bocca a Renzi, se non altro perché in questo modo il progetto, partito con il Rosatellum, di isolare completamente gli scissionisti di Mdp sarebbe praticamente completo. Tant’è che il segretario Dem, forse in preda all’entusiasmo, è arrivato a dire che con un centrosinistra largo “siamo tranquillamente al 30%” (pochi giorni fa continuava a dire che l’obiettivo 40% era a portata di mano…). Non solo. Ma in questo modo, nei collegi la partita sarà “tra noi e la destra”.
Entusiasmi renziani a parte, c’è però da dire che la nuova lista che dovrebbe nascere a fianco del Pd, più che ad un nuovo Ulivo assomiglia tanto ad una misera olivetta, persa in un cocktail poco riuscito. Se già Prodi, mettendo le mani avanti, dice che comunque “non sarà un nuovo Ulivo” e tenendo in considerazione il fatto che le percentuali che gravitano attorno al Campo progressista di Pisapia, al momento, non garantiscono uno spostamento radicale degli equilibri, dire che così stiamo bene e torniamo in competizione, forse è un po’ eccessivo. Se poi per Renzi l’unica competizione che vale, al momento, è quella con i bersaniani, un risultato certo che potrebbe incassare è rosicchiargli qualche voto, mettendoli così all’angolo. Ma a quel punto, del Pd, della sua fantomatica coalizione ulivista e degli ex Dem resteranno, per dirla alla Veltroni, soltanto “macerie”.