
Per tenerci Renzi, il gender, le adozioni gay e magari l’eutanasia #bastaunSì!

24 Novembre 2016
L’avevamo previsto, e avevamo già lanciato l’allarme: il boy scout cattolico che ci governa non si fermerà alle unioni civili, su cui ha sfacciatamente messo la firma con il voto di fiducia. Se lo lasciamo fare, andrà avanti con le altre tappe della mutazione antropologica che ha in mente: dopo la distruzione del matrimonio come l’avevano disegnato i padri costituenti, adesso tocca al testamento biologico, e poi adozioni gay, gender, eutanasia, magari con una spolverata di legalizzazione della cannabis.
Questi progetti non sono solo nella mente del nostro presidente del consiglio, sono già in discussione nelle commissioni parlamentari, pronti, o quasi pronti, per andare in aula in tempi abbastanza brevi. Tutto è stato fermato per un po’, perché fino a quando c’è da convincere gli italiani ad approvare la riforma costituzionale, Renzi non vuole fastidi, divisioni, spari sul pianista, ma dopo il 4 dicembre, se vince il sì, parte la nuova ondata di riforme. Leggi a cui saranno dati titoli accattivanti, possibilmente in inglese, per addolcire la pillola, ma la cui sostanza è chiara. E in pole position troviamo il testamento biologico, con un testo unificato già pronto, che però sarà tenuto nel cassetto fino alla fatidica data.
Lo conferma il deputato dei 5 stelle che fa parte del comitato ristretto (il gruppo di lavoro che elabora il testo unificato partendo dai 16 progetti presentati), il quale, annunciando che il progetto di legge è “sostanzialmente pronto”, dichiara che “non sarà formalmente adottato, e quindi reso pubblico, prima del referendum del 4 dicembre”. Ma va? Chissà perché? Noi siamo sempre entrati nel merito della pessima riforma della costituzione fatta dall’amabile trio Renzi-Boschi-Verdini, spiegando i motivi per cui siamo fortemente contrari. Ma forse hanno ragione anche i tanti che votano no semplicemente perché è una insperata occasione per fermare Renzi nella sua marcia al ritmo di tweet verso il burrone, dove sta portando il nostro paese.
Un premier non eletto e nemmeno indicato dagli italiani (le uniche elezioni vinte sono le primarie del suo partito) avrebbe dovuto essere un po’ più cauto, un po’ più rispettoso nei confronti dei cittadini, che non hanno votato in massa né per lui né per il suo programma. Sembra invece che più cresce il no nei sondaggi più cresce la sua arroganza e il disprezzo verso chi osa esprimere opinioni contrarie alle sue.
Ma per fermarlo, questa volta, basta un no.