Per un liberale europeo Newt Gingrich è poco meno di un totalitarista
31 Luglio 2011
"Opporsi a uno come Obama, secondo il repubblicano Newt Gingrich – è un dovere politico verso la patria vilipesa e un servizio a Dio offeso. Ogni questione politica è, in radice, se non altro al fondo, una questione teologica. Fra le due cose vi sono solo differenze di articolazioni e di enfasi, non separazioni di sfere". Le prediche ideologiche vanno sempre spiegate col contesto storico e politico in cui si tengono.
Certo è che, a leggere le parole di Gingrich in un’ottica europea e laica, viene in mente un solo termine: il totalitarismo (fascista, comunista o giacobino che sia). Se la politica è, sostanzialmente, riassorbita dall’etica e l’etica diventa un capitolo della teologia non è davvero lontano il <tramonto dell’Occidente>. La civiltà liberale è nata dalla consapevolezza che il buono, il bello, il vero e l’utile stanno su piani diversi: dalla sinistra giustizialista ai cattolici tradizionalisti, si cerca ora di confondere quei piani per guarire l’uomo dall’individualismo.