Perché è fondamentale mantenere una politica di bilancio prudente

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Perché è fondamentale mantenere una politica di bilancio prudente

Perché è fondamentale mantenere una politica di bilancio prudente

22 Aprile 2010

 

Il recente World Economic Outlook del Fondo monetario mette in evidenza due fatti importanti: che la ripresa è in corso ed è superiore alle aspettative, e che l’Italia grazie alla prudente politica di bilancio condotta sin’ora è stata al riparo dai fenomeni di contagio del rischi sovrano che hanno messo a repentaglio altri paesi europei.

Secondo l’FMI, il tasso di crescita dell’economia mondiale – rivisto al rialzo, rispetto alle previsioni formulate tre mesi orsono –  dovrebbe attestarsi intorno al 4,2 – 4,3 per cento nell’anno in corso e nel prossimo.

La ripresa é trainata dall’economia americana (+3,1 per cento nel 2010) e dai paesi emergenti, che crescerebbero di oltre il 6 per cento all’anno nei prossimi due anni. L’Europa, invece, con le sue rigidità strutturali e regolamentari, resta al palo con una crescita appena superiore all’1 percento.

Permangono, ovviamente, alcune incertezze che potrebbero rallentare la ripresa: l’aumento dell’indebitamento pubblico e la limitata disponibilità delle politiche di bilancio per offrire nuovi stimoli alla crescita. Sono elementi da non sottovalutare, ma costituiscono il prezzo pagato per “riaccendere” la crescita. Non sono condizioni fisiologiche del sistema e andranno affrontate con adeguate politiche di bilancio volte al riequilibrio.

In Italia, secondo il rapporto dell’FMI, la ripresa resta moderata, dello stesso ordine di grandezza della media europea. La crescita italiana, infatti, é fortemente correlata alla ripresa della domanda di esportazioni, quindi all’andamento di Germanica e Francia, nostri principali mercati di sbocco.

Per quanto riguarda il problema del rischio sovrano, il Rapporto del FMI differenzia molto chiaramente la situazione del nostro paese da quella dei paesi maggiormente vulnerabili: Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda.

In uno studio speciale dedicato all’argomento, il Fondo evidenzia che le principali determinanti del rischio sovrano sono il disavanzo dei conti pubblici e i conti con l’estero (cfr. IMF, Global Financial Stability Report, 20 aprile 2010). Per l’Italia, che presenta un deficit di bilancio e delle partite correnti pari rispettivamente al 4 e al 2,8 per cento del PIL, queste determinanti sono nettamente migliori rispetto a Grecia, Portogallo, Spagna e Irlanda. Di conseguenza i mercati fanno pagare all’Italia un premio, sul tasso di interesse debitorio, significativamente inferiore a quello dei suddetti paesi.

Considerata l’importanza che riveste, nel complesso della spesa pubblica italiana, la spesa per interessi, questa analisi del Fondo monetario conferma l’opportunità di mantenere una politica di bilancio prudente quale quella sin qui tenuta, per evitare un ampliamento del disavanzo che si rifletterebbe immediatamente in un incremento del tasso di interesse pagato dal Governo italiano sul proprio debito.