Perfida Albione? No, l’Europa sbaglia a snobbare Londra

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Perfida Albione? No, l’Europa sbaglia a snobbare Londra

07 Marzo 2017

La perfida Albione. “Negoziati paralleli non sono una buona idea: l’Italia vuole vedere un’Europa compatta nel trattare con Londra” Così dice Sandro Gozi al Sole 24 Ore del 25 febbraio. Prima del compattamento dell’Europa, non sarebbe utile una franca discussione in Italia sui rapporti con la Gran Bretagna che ha scelto di uscire dall’Unione europea? Ma veramente si può difendere un sia pur parziale superamento di un libero mercato di merci e capitali con una realtà come quella britannica, magari mentre ci si scaglia contro quelli che vorrebbero nuovi protezionismi? Veramente l’Unione europea dovrebbe compattarsi solo su rigide trattative con il Regno Unito? Quando si pensa e si dice che il mondo ha bisogno dell’Europa, al di là degli organismi burocratici di Bruxelles, veramente si pensa che gli equilibri nel nostro Continente possano prescindere da Londra, sia membro o meno dell’Unione?

Quel birichino di Obama. “Along with reports that in Mr. Obama’s last days in office his administration changed the rules on distributing intelligence and made a point of spreading information about Mr. Trump’s team and Russia to different parts of the government to ‘preserve’ it, the wiretapping allegation pushed Mr. Trump over the top” Peter Barker sul New York Times del 7 marzo scrive con un qualche imbarazzo come si racconti che negli ultimi giorni dell’amministrazione Obama vennero cambiate le regole sulla diffusione di notizie provenienti dell’intelligence e distribuite informazioni sui rapporti tra il team di Trump e la Russia a differenti uffici governativi (in altre versioni giornalistiche si parla di diffusione delle notizie anche a parlamentari) perché non venissero cancellate. Così a occhio tutta questa operazione politicamente schifosa (ben più grave di due chiacchiere con un qualche diplomatico russo)  appare anche segnata da qualche illegalità, infatti le norme che regolano l’uso delle intercettazioni autorizzate dalla Fisa (controspionaggio legato alla politica estera) sono molto severe. Da qui qualche preoccupazione persino del New York Times che ha ospitato addirittura commenti in cui si scriveva come non si vorrebbe che gli Stati Uniti finissero come l’Egitto, cioè uno Stato guidato dai servizi segreti (il famoso Deep State). 

Gentiloni, una chiarezza definitiva. “Serve un’Europa più integrata ma che possa consentire diversi livelli di integrazione” dice Paolo Gentiloni al Corriere della Sera del 7 marzo. Non sentivamo una posizione così chiara da quando furono recitati gli interrogativi che si poneva un monaco ortodosso e che suonavano così: “Se l’arcivescovo di Costantinopoli si volesse arcivescovoscostantinopolizzare,vi arcivescovocostantinopolizzereste voi per arcivescovoscostantinopolizzare lui?”

Chi difende a oltranza il nostro Stato barocco. “Servono procedure chiare per evitare la corruzione, non solo controlli per timbri da mettere” spiega Stefano Parisi a Omnibus il 2 marzo. A 25 anni da Mani pulite, si pensa ancora di contrastare la ben rilevante corruzione italiana, più attraverso gride del tipo di quelle descritte nei Promessi sposi che grazie a razionali controlli sulle procedure e le loro esecuzioni. Al fondo c’è l’idea che lo Stato barocco si ampia e non si abbatte.