Pillola “EllaOne”: ragazze sempre più sole e adulti deresponsabilizzati

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Pillola “EllaOne”: ragazze sempre più sole e adulti deresponsabilizzati

Pillola “EllaOne”: ragazze sempre più sole e adulti deresponsabilizzati

12 Ottobre 2020

Qualche anno fa in Inghilterra il governo promosse, in via sperimentale, l’accesso facilitato alla cosiddetta contraccezione di emergenza per le minorenni. Scavalcando medici e genitori, le teenager potevano ottenere la “pillola del giorno dopo” direttamente, tramite telefonino. L’idea appariva come una soluzione efficace per il grave problema sociale costituito, in Gran Bretagna, dalla elevata percentuale di aborti e gravidanze tra le giovanissime. Il ragionamento che ispirava l’esperimento era semplice: poiché nella maggioranza dei casi le ragazzine hanno difficoltà a parlare delle questioni intime e della propria attività sessuale con i genitori o con il medico, eliminare ogni rapporto con queste figure avrebbe sicuramente aumentato il ricorso alla contraccezione di emergenza. Ma il tentativo non funzionò. In Italia, invece, negli stessi anni, la percentuale di minori che restavano incinte o ricorrevano all’aborto era tra le più basse d’Europa, nonostante la scarsa diffusione degli anticoncezionali, e nonostante l’obbligo di ricetta medica per ottenere la pillola del giorno dopo (in seguito soppiantata da quella dei 5 giorni dopo, commercializzata come EllaOne). Mi sono chiesta il motivo di questo apparente paradosso, e la risposta mi è apparsa evidente: nel nostro paese la famiglia è tradizionalmente più forte, più avvolgente e protettiva rispetto ai paesi anglosassoni o del nord Europa. Le mamme e i papà esercitano un certo controllo sulla vita dei figli, o cercano di farlo, e i giovani escono di casa e acquistano autonomia fin troppo tardi. Anche da noi esiste un problema dilagante di emergenza educativa, ma le famiglie svolgono ancora questo difficile compito, nonostante la crisi dell’autorevolezza genitoriale e il ruolo preponderante del gruppo dei pari. Nello sforzo educativo tutto si gioca all’interno di un rapporto umano e affettivo, di credibilità e fiducia. Per questo l’esperimento inglese è fallito: se non c’è un adulto che sia un punto di riferimento affidabile, è ovvio che le informazioni i giovani le pescano da soli dove capita, dall’ambiente, dagli amici, dal web. Le risposte ai dubbi, alle incertezze adolescenziali arriveranno alla spicciolata, senza una cornice valoriale, senza puntelli a cui aggrapparsi.

In questi giorni l’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, ha abolito l’obbligo di ricetta per EllaOne per le minorenni, e il suo presidente Nicola Magrini (nella foto) ha definito la pillola “uno strumento etico”, perché può evitare di ricorrere a un vero e proprio aborto. Tralasciamo qui gli evidenti rischi sanitari connessi alla mancata prescrizione medica, che pure l’Aifa dovrebbe considerare, visto che ha compiti di vigilanza farmacologica. Magrini queste preoccupazioni le risolve con facilità: “Voglio sottolineare che il farmaco non va utilizzato regolarmente, e che sarà accompagnato da un foglio illustrativo che ha lo scopo di promuovere una contraccezione informata ed efficace ed evitare un uso inappropriato della contraccezione di emergenza”. Ecco, basta un foglietto, che la quindicenne di sicuro leggerà con estrema attenzione e in cui troverà tutte le risposte che cerca. Questa è l’idea che ha l’Aifa dello stato d’animo di una ragazzina sola dopo un rapporto a rischio? E’ questo che vogliamo offrire come “strumento etico”, un foglio stampato? Magrini sa benissimo che esiste un serio problema di uso inappropriato dei farmaci da parte di adulti bene informati, figuriamoci cosa può accadere a una adolescente, sprovveduta come siamo stati tutti a quell’età. La decisione dell’Aifa non è soltanto pericolosa per la salute, per niente etica per quanto riguarda la consapevolezza delle modalità di azione della cosiddetta contraccezione di emergenza, ma è, soprattutto, un altro colpo inferto al compito educativo degli adulti, alle responsabilità di tutti noi nei confronti delle nuove generazioni.