Piombino, Ravenna e Gioia Tauro: a che punto sono i rigassificatori

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Piombino, Ravenna e Gioia Tauro: a che punto sono i rigassificatori

Piombino, Ravenna e Gioia Tauro: a che punto sono i rigassificatori

03 Marzo 2023

Da questa primavera si è fatto un gran parlare dei rigassificatori, ma a che punto siamo? Piombino, Ravenna e Gioia Tauro sono i luoghi su cui è bene concentrarsi. Il percorso verso l’autonomia energetica è tracciato e, in due casi su tre, è ben avviato.

Rigassificatore di Piombino: ci siamo

Lo scorso dicembre il Tar del Lazio ha respinto il ricorso presentato dal Comune di Piombino su iniziativa del sindaco di Fratelli D’Italia. Infatti, il 21 febbraio Golar Tundra, la nave rigassificatrice in questione, è salpata da Singapore tutta colorata di blu, come la Soprintendenza aveva curiosamente imposto. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Pichetto Fratin, ha assicurato che si tratta di una soluzione temporanea: si tratta al massimo di due anni e mezzo. Dello stesso avviso la neosegretaria del PD. Elly Schlein aveva spiegato questo autunno a Tagadà che la soluzione del governo Draghi, che includeva le compensazioni per il territorio, andasse valutata positivamente, fintantoché non fosse di natura definitiva.

“Siamo a oltre il 40% dei lavori sulla banchina, dove nelle prossime settimane verranno montate le torri di scarico e le attrezzature per ormeggiare la nave rigassificatrice Golar Tundra, mentre sono stati completati 6 km degli 8,5 totali di gasdotto e il punto di ingresso sulla rete di trasporto nazionale, con i sistemi di misura, è già molto avanti”, ha spiegato Stefano Venier, amministratore delegato di Snam. “Quando a maggio la nave rigassificatrice potrà entrare in funzione permetterà di immettere nella rete nazionale fino a cinque miliardi di metri cubi di gas l’anno”, ha spiegato Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana e commissario straordinario nominato dal precedente governo.

Rigassificatori: anche a Ravenna la strada è quella giusta, Gioia Tauro in stand by

Ma che fine farà Golar Tundra? Nelle scorse settimane si è ventilata la possibilità che potesse essere destinata a Ravenna. Tuttavia, la politica locale è sembrata trasversalmente fredda di fronte a tale eventualità. Si dovrà attendere il 24 marzo per la decisione definitiva. “Stiamo finalizzando le nostre analisi per capire quale sia la soluzione migliore sotto tutti i profili, tecnici, operativi e di costo”, ha dichiarato al Sole 24 Ore Elio Ruggeri, responsabile del settore Gnl di Snam. Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna, ha assicurato che il primo rigassificatore dovrà entrare in funzione entro due anni. Snam, infatti, ha acquistato per 200 milioni di dollari la BW Singapore, attualmente operante in Mar Rosso.

Rimane un punto di domanda il destino di Golar Artic, che potrebbe essere metaniera opzionata nel caso si rendesse necessaria adattarla a terza nave rigassificatrice, al contrario di quello del rigassificatore di Livorno. Continuano a pieno regime anche quelli di Porto Viro, in provincia di Rovigo, e di Panigaglia, in provincia di La Spezia. Dalla Calabria, invece, non ci sono notizie incoraggianti. L’hub di Gioia Tauro viene periodicamente rimesso all’attenzione dell’opinione pubblica, ma senza esiti. Il presidente Roberto Occhiuto, a dicembre, aveva sottolineato la strategicità dell’opera. Dello stesso avviso anche Luigi Sbarra, segretario della CISL. Da Iren, la società che ha promosso il progetto, il presidente Luca Dal Fabbro è tornato alla carica lo scorso lunedì in un’intervista a Repubblica.

La quiete prima di un’altra tempesta?

Nel Paese dove cambia tutto per non cambiare nulla, stavolta, qualcosa si è mosso. Vedremo quale sarà il destino di Gioia Tauro, anche perché non bisogna sottovalutare l’opposizione no-tutto che c’è nei confronti di tutte le grandi opere. Il M5S è contrario alla realizzazione di tutti i progetti che contemplano l’approvvigionamento di gnl. Bisogna dire anche che Conte su questo fronte è silente da mesi, così come i suoi uomini. Nonostante sia stato uno dei moventi per far cadere il governo Draghi, l’onda di protesta si è placata. Bisognerà capire, come nel caso della fornitura di armi all’Ucraina, se ci sarà una sinergia o una spaccatura con la nuova segreteria di Elly Schlein. È un momento di strategica quiete.