Più che una patrimoniale è una questua
11 Aprile 2020
L’ex ministro Graziano Delrio ha proposto (con una dichiarazione cui è seguita una smentita confermativa) l’ennesima ipotesi di patrimoniale a carico dei ricchi (individuati nei dichiaranti reddito superiore ad euro 80.000) a favore dei poveri (tutti gli altri compresi quelli che la dichiarazione proprio non la fanno) a scopo alimentare (proprio per la far la spesa domani).
Ma Delrio è uomo d’onore. E se un uomo d’onore come lui è costretto per “fame” ad annunciare una patrimoniale da cui si aspetta un miliarduccio (uno) fa indubbiamente riflettere. Ma non ha proprio due giorni fa il governo annunciato e varato un provvedimento che dovrebbe portare agli italiani 400 miliardi di liquidità?
Oltre ai 35 miliardi già annunziati? Certo gli italiani finora non hanno visto un euro ma se le chiacchiere fossero quotate in borsa i vertici governativi avrebbero di che far vivere gli italiani di rendita a vita. Purtroppo per noi le chiacchiere e gli annunci roboanti a reti unificate (o via Fb) possono generare illusioni ma non portano (secondo l’assioma di Sant’Anselmo) quattrini. Anzi la speranza frustrata genera rabbia prima e violenza poi. Ma queste cose Delrio le conosce. Ed è uomo d’onore. E allora cominciamo a preoccuparci.
Se invece di farci capire quando cominceranno ad arrivare le prime tranche dei 400 miliardi, un uomo d’onore come lui è costretto alla questua con il cappello in mano per far la spesa ai poveri più di qualcosa non torna. Ma il governo con orgoglio e arroganza non aveva minacciato l’Europa di far da sè in assenza di solidarietà? E il far da sè sarebbe questa sorta di colletta quasi offensiva nei confronti dei bisognosi trattati come frequentatori della caritas?
Questa gente che soffre non vuole la colletta pelosa proposta. Vorrebbe poter lavorare, aspetta i soldi (non l’elemosina) promessi per far ripartire aziende negozi uffici. Alla fine sono queste le persone d’onore signor ex ministro.. e non meritano la sua elemosina. Vada a combattere insieme al suo premier in Europa per ottenere quei fondi che spettano (con dignità) all’Italia applicando il principio di equità correttiva ai tanti strumenti di intervento che una burocratica “procedimentalizzazione” da parte degli altri paesi ci nega umiliandoci. E signor ex ministro il cappello non lo usi per improbabili questue. Quando andrà in “Europa lo tenga ben saldo in testa (e non in mano): lei rappresenta la dignità di un intero popolo.