Più etica per uscire dalla crisi finanziaria

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Più etica per uscire dalla crisi finanziaria

02 Ottobre 2008

La tempesta che sta investendo i mercati finanziari sembra non volersi placare e, anche se la volatilità dei mercati dovesse ridursi, è facile ipotizzare che numerose saranno le vittime di questa crisi.

Le difficoltà delle banche americane, ora costrette a ricorrere all’aiuto delle istituzioni, evidenziano la poca capacità dei mercati di porre rimedio a situazioni imbarazzanti e certamente drammatiche per tutti coloro che fanno affidamento ad un sistema finanziario fino a poco tempo fa considerato un modello per tutti i paesi di stampo liberista.

Dobbiamo allora porci due domande, la prima riguarda le conseguenze della tempesta dal punto di vista dell’Italia e più in generale dell’intero sistema europeo, ricordando come dietro la finanza ci sia sempre l’economia reale, e quindi la pelle dei cittadini. La seconda attiene in termini più generali all’assetto dei mercati e alle regole di corporate governance che sottintendono i comportamenti di imprese e manager, avendo ormai capito che qualcosa, a livello strutturale, non funziona.

Con riferimento alla prima domanda e per quanto sia sempre estremamente complicato fare previsioni, è vero però che dato il grado di chiusura del sistema finanziario italiano, gli effetti non dovrebbero essere così disastrosi mentre è più facile ipotizzare conseguenze immediate in alcuni paesi europei. Tuttavia bisogna tener conto che le famiglie italiane hanno altri problemi da risolvere, impegnate quotidianamente ad aggiustare il proprio vincolo di bilancio in relazione non solo agli incrementi dei prezzi dei beni di prima necessità, ma anche, e ciò a dispetto di chi fa finta di niente, rispetto alle scelte di acquisto casa effettuate in un mercato che già da tempo presenta caratteristiche anomale, e di certo non riconducibili al gioco della domanda e dell’offerta. Da questo punto di vista il Governo dovrebbe mettere in cantiere provvedimenti urgenti, mirati soprattutto al recupero di produttività, poiché un disastro interno non troverebbe né il contrappeso di una banca forte come la Federal Riserve, né il conforto di fondamentali in linea con i maggiori attori mondiali.

Non va in fatti dimenticato che la situazione dei conti pubblici italiani, per quanto molto diversa dagli anni ’90, sconta ritardi e azioni sbagliate che costituiscono un vincolo importante nella capacità del Governo di promuovere azioni di sostegno. Per quanto attiene la questione dell’assetto dei mercati, la domanda è se questa crisi riguarda l’istituzione mercato ovvero le regole che ad esso sottendono e i personaggi discutibili che nel sistema della finanza globale si muovono con agilità straordinaria. Il problema della crisi dei mercati finanziari interessa, infatti, principalmente l’etica negli affari ed è chiaro che la finanza dei derivati vada necessariamente regolata per evitare che la fantasia di fisici e matematici, sotto la direzione di abili speculatori, finisca per generare dei veri e proprio mostri.

Da dove ripartire allora? Innanzitutto sarebbe necessario interdire per sempre amministratori delegati e manager responsabili di tali disastri riscrivendo contemporaneamente le regole del gioco per evitare che i normali cittadini mettano a rischio anni di sacrifici e risparmi. L’idea di mercato non è pertanto a rischio, va invece recuperata la credibilità di istituzioni e operatori perché è nella qualità delle persone che il mercato trova la sua ragione per risollevarsi dalle crisi, anzi, è molto probabile che la crisi in corso non si sarebbe neanche verificata se alla base vi fossero stati controlli adeguati e azioni tempestive. Basta un minimo si attenzione storica per comprendere come spesso il risultato globale  non dipende solo dalle regole e dai modelli perché è chiaro, lo tengano presente anche molti economisti, che il sistema economico è innanzitutto un sistema sociale e non un meccanismo matematico. L’importanza della finanza nel contribuire allo sviluppo economico è stata più volte riconosciuta, ma è importante sottolineare che ciò non deve costituire la licenza per intraprendere operazioni rischiose il cui unico fine è avvantaggiare una ristretta minoranza di finanzieri.